Zagabria

Lunedì mattina.

16 luglio 2018

Data Storica, sportivamente parlando.

Arriviamo attorno alle 11 in una Zagabria festante: è festa nazionale per la nazionale di calcio che anche se ha perso la finale del campionato del mondo.

Ha reso orgogliosi 5 milioni di abitanti che  stan cercando di uscire con molta fatica, ma con molta dignità, caparbietà e orgoglio, da una guerra devastante che ha segnato profondamente, e non solo come macerie, tutta quest’area balcanica

La città, offre scorci suggestivi, ma anche le immediate vicinanze sono interessanti.

Zagabria è la capitale e la maggiore città della Croazia, con i suoi 769 944 abitanti.

Il centro cittadino costituisce una delle regioni della Croazia, mentre l’area geografica intorno alla città fa parte di un’altra unità amministrativa.

Inoltre, è sede degli organi centrali dello Stato e praticamente di tutti i ministeri.

È anche sede universitaria e arcivescovile metropolitana.

L’area di Zagabria è stata abitata sin dal Neolitico.

All’epoca romana risalgono le ben conservate vestigia di Andautonia.

La storia moderna della città ricorre però solo dall’XI secolo.

Nel 1094, infatti, il re d’Ungheria Ladislao eresse una sede vescovile sulla collina di Kaptol.

Sulla vicina collina di Gradec si sviluppò, nel contempo, un’altra comunità, indipendente dal vescovo.

I due insediamenti soffrirono l’invasione dei Mongoli del 1242.

Quando il pericolo mongolo ebbe termine, il re Bela IV fece di Gradec una città règia, ossia non soggetta a signorie feudali, per attirarvi artigiani forestieri.

Durante il XIV secolo e quello successivo, Gradec e Kaptol cercarono costantemente di danneggiarsi a vicenda.

Durante queste lunghe dispute, la città vescovile scomunicò Gradec, che rispose incendiando la rivale.

I due centri collaboravano solo per motivi commerciali, come le tre grandi fiere, della durata di due settimane, che si svolgevano nel corso dell’anno.

Gradec e Kaptol divennero un’unica città, Zagabria, all’inizio del XVII secolo.

Insieme costituiscono ora il centro culturale della capitale croata, mentre il polo cittadino degli affari e del commercio si è spostato più a sud.

Dalla sede vescovile di Kaptol ha avuto origine l’odierna arcidiocesi di Zagabria.

La cattedrale, dedicata a Santo Stefano d’Ungheria, conserva importanti resti artistici.

Durante il XVII e il XVIII secolo Zagabria venne funestata da un incendio e dalla peste.

Nel 1621 Zagabria fu scelta come sede dei viceré di Croazia.

Nel 1669 fu fondata la Neoacademia Zagrabiensis, il primo ateneo della città, gestito dai gesuiti.

Nel 1776 il governo venne spostato da Varaždin (Varasdino) a Zagabria e durante il regno di Giuseppe II Zagabria divenne la sede del comando generale di Varaždin (Varasdino) e Karlovac.

Durante il XIX secolo Zagabria assume ancora più importanza, nel 1862 venne aperto il primo tratto ferroviario che la collegava con Zidani Most (Slovenia) e Sisak, mentre l’anno dopo venne costruito un impianto per la lavorazione del gas.

Nel 1874 l’Accademia in cui si insegnava giurisprudenza viene rifondata come Università Francesco Giuseppe con quattro facoltà.

Nel 1878 venne aperto l’acquedotto.

Nel 1880 la città viene colpita da un forte terremoto, molti sono gli edifici danneggiati, fra cui la cattedrale, che sarà interamente ricostruita dall’architetto Hermann Bollé e riaprirà solo 26 anni dopo.

La ricostruzione dopo il sisma vede un rinnovamento urbanistico importante, con la costruzione di molti grandi edifici pubblici.

Nel 1891 girano i primi tram.

La costruzione della ferrovia aiutò anche l’unificazione delle due parti della città.

Nel 1907 venne costruita una centrale elettrica e dopo il terremoto la città cominciò a svilupparsi.

La prima metà del XX secolo vide una grande espansione della città.

I sobborghi di Stara Peščenica a est e di Črnomerec ad ovest furono eretti antecedentemente la prima guerra mondiale.

Dopo la guerra i quartieri della classe lavoratrice furono costruiti tra la linea ferroviaria e il fiume Sava mentre i quartieri residenziali nelle pendici meridionali della montagna detta Medvenica.

La popolazione crebbe del 70% negli anni venti, la più grande crescita demografica nella storia di Zagabria, nel 1926 la stazione Radio cominciò a trasmettere anche al di fuori della città.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale, dal 1941 al 1945, Zagabria fu la capitale dello Stato Indipendente di Croazia retto da Ante Pavelić, leader allo stesso tempo dei croati ultra-nazionalisti detti Ustascia che promossero la pulizia etnica dello Stato contro i serbi, gli ebrei e i rom.

Al termine della seconda guerra mondiale Zagabria entrò nella RFS di Jugoslavia divenendo la capitale della Repubblica Socialista di Croazia.

Dopo la guerra Zagabria registrò un’altra grande fase di crescita urbanistica.

La costruzione verso sud portò alla creazione di Novi Zagreb mentre con l’espansione verso est ed ovest si incorporarono i sobborghi di Dubrava, Podsused, Jarun, Blato e altri settori.

L’aeroporto internazionale venne costruito nel 1962, mentre a sud-est venne creato un grande centro industriale.

Zagabria rimase all’interno della Jugoslavia fino al 1991 quando Franjo Tuđman dichiarò l’indipendenza della Croazia.

La guerra che seguì tra le truppe indipendentiste e la JNA non portò gravi danni alla città anche se nel 1995 alcuni colpi di artiglieria sparati dalle truppe serbe uccisero sette civili.

Nel 1995 gli accordi di pace portarono all’indipendenza della Croazia e Zagabria divenne la sua capitale.

Il 22 marzo 2020 la città è stata nuovamente colpita da un terremoto, provocando 17 feriti, danni a 26.197 edifici, 1.900 dei quali inutilizzabili.

Fra gli edifici danneggiati c’è la cattedrale, di cui è crollata una guglia.