La miniera di sale di Wieliczka

La miniera di Wieliczka è situata nella città di Wieliczka, nell’Area metropolitana di Cracovia, in Polonia.

È stata utilizzata per l’estrazione del sale dal XIII secolo al 1996.

È una delle più antiche miniere di sale al mondo; la più antica si trova a Bochnia, sempre in Polonia, a 20 km da Wieliczka.

La miniera raggiunge una profondità di 327,1 metri e presenta gallerie e cunicoli per un’estensione totale di 287 km.

La miniera di sale di Wieliczka ha 3,5 km disponibili per le visite turistiche (meno dell’1% della lunghezza totale delle gallerie), che includono statue di figure storiche e religiose, tutte scolpite dai minatori direttamente nel sale.

Anche i cristalli dei candelieri sono stati forgiati nel sale.

Quella di Wieliczka è comunemente detta “la cattedrale di sale sotterranea della Polonia”, ed è visitata ogni anno da circa 800.000 persone.

Nella preistoria, veniva un tempo cotto il sale – ovvero l’acqua salata estratta dalle fonti in piccoli recipienti di creta, su semplici focolari.
In questo semplice modo veniva appunto estratto il sale nel Neolitico.

A questo periodo risalgono i più antichi utensili da sale di tutta l’Europa Centrale, scoperti nella campagna di Barycz, nei pressi di Wieliczka.

Nelle epoche successive, il segreto della produzione del sale da cucina venne tramandato di generazione in generazione e le persone che si occupavano di tale mestiere, rappresentavano una sorta di gruppo professionale specializzato.

Il sale conseguito serviva inizialmente per conservare la carne ed il pesce, con il tempo poi, divenne mezzo di pagamento negli scambi commerciali tra i popoli che ne erano in possesso.

A cavallo dell’XI e del XII secolo, quando le fonti del sale cominciarono ad impoverirsi e lentamente a sparire, si diede inizio ad una ricerca attiva del sale per mezzo della costruzione di pozzi.

L’acqua salata veniva infatti estratta dai pozzi e portata in superficie per poi essere cotta in boccole di ferro fino all’ottenimento di puro sale da cucina.

In questo periodo cominciò lo sviluppo di tutta la regione di Wieliczka, in cui ai tempi si trovavano tre centri abitati, due chiese in pietra ed un commercio ed artigianato fiorenti.

Nel XIII secolo, durante l’escavazione di uno dei pozzi, vennero trovati per puro caso i primi blocchi di sale.

La scoperta di questo inestimabile minerale ebbe effetti rivoluzionari; diede inizio infatti all’estrazione del sale con metodi dell’industria mineraria: il primo pozzo che conduceva sotto terra venne scavato già nella seconda metà del XIII secolo.

Dalle ultime ricerche, risulta che l’estrazione venne condotta da specialisti del luogo, mentre la conoscenza tecnologica venne presa dall’Europa Orientale.

Casimiro III è l’unico sovrano polacco ad aver ricevuto dai suoi sudditi il soprannome „il Grande”.

Si narra che giunse in una Polonia costruita in legno e la lasciò in muratura.

Raramente, però, si accenna al fatto che non avrebbe potuto farlo, senza il denaro ricavato dall’estrazione del sale, che al tempo era pari ad 1/3 dei ricavi del tesoro della corona.

Con gli elevati ricavi provenienti dal sale, potè inoltre fondare l’Accademia di Cracovia: la prima università della Polonia.

Fu sempre questo stesso sovrano ad emettere nel 1368 lo Stato di Saline di Cracovia, con cui regolamentò i diritti consuetudinari connessi alla produzione ed al commercio del sale.

Alla fine del medioevo presso la Miniera di Wieliczka lavoravano circa 300-500 persone e la produzione annua del sale raggiungeva le 7 000 -8 000 tonnellate; e per quanto sia difficile stimare l’importanza dell’estrazione del sale per l’economia polacca del medioevo, con il passare del tempo possiamo dedurre che a confronto con le epoche successive, la Miniera del medioevo non lavorava ancora al massimo delle sue possibilità.

Fino alla fine del XV secolo presso la Miniera esistevano solamente quattro pozzi ed un unico livello sotto terra.

Nel 1772 ebbe luogo la prima spartizione della Polonia.

Fu così che Wieliczka si trovò a far parte della Monarchia degli Asburgo.

I nuovi proprietari ne portarono avanti l’espansione, non risparmiarono in campo di sicurezza e si interessarono dello stato tecnico dell’attrezzatura e degli scavi.

Diedero inizio all’estrazione del sale per mezzo di polvere da sparo, implementarono l’uso della macchina a vapore, costruirono una sorta di ferrovia sotterranea, crearono una propria centrale elettrica e ripristinarono la produzione del sale presso un nuovo stabilimento per la liscivazione.

La parsimonia con la quale gli Austriaci trattavano la Miniera non era affatto casuale. „Wieliczka” era lo stabilimento produttivo più grande di tutta la Galizia ed uno dei più importanti di tutto l’impero.

A partire dal 1868 una parte del percorso poteva essere visitata con diligenze su rotaie trainate da cavalla.

Per allietare gli ospiti, venivano poi organizzati spettacoli mozzafiato; vale la pena menzionare la cosiddetta „discesa diabolica” durante la quale i minatori scivolavano su un cavo.

C’erano poi le gite in barca lungo il lago salato, gli spettacoli di fuochi artificiali, l’accompagnamento musicale suonato dall’orchestra e speciali lampioni che illuminavano il cammino.

La Miniera, che un tempo rappresentava la maggior industria della vecchia Repubblica di Polonia, era simbolo e monumento della ricchezza di un tempo.

Una volta terminata la prima guerra mondiale e riconquistata l’indipendenza da parte della Polonia, la Miniera ritornò nelle mani del Tesoro dello Stato e di conseguenza, del governo polacco.

Fu un momento tanto ambito, atteso per circa 150 anni dagli abitanti di Wieliczka e dai minatori che lavoravano sotto terra.

I nomi dei pozzi e degli scavi furono simbolicamente convertiti in lingua polacca, ad esempio il pozzo dell’imperatrice Elisabetta divenne il pozzo di santa Kinga.

Nel periodo a cavallo tra le due guerre la produzione ed il commercio del sale erano attività molto redditizie: nei momenti di punta, l’estrazione toccò di 203 tonnellate all’anno.

Per tutto l’arco del ventennio tra le due guerre (1918-1939) i sotterranei di Wieliczka furono visitati da circa 120.000 persone.

Poco prima della seconda guerra mondiale venne elaborato un sistema di liscivazione, che consisteva nello scioglimento delle zolle di sale per mezzo dell’acqua.

Al termine della seconda guerra mondiale, periodo passato alla storia per quanto concerne l’intensificazione del lavoro alla Miniera, iniziò un periodo molto difficile, gli anni ’40 e ’50 si caratterizzarono infatti per l’aumento della produzione a prescindere dal prezzo e dalle misure di sicurezza.

Lo stabilimento cresceva dinamicamente e su doppio binario.

La produzione del sale aumentava di continuo, fino al raggiungimento dell’apice che ebbe luogo negli anni ’70.

Il movimento turistico prendeva piede, cresceva la consapevolezza del significato culturale ricoperto dalla Miniera.

Lentamente maturava il pensiero che il preservare i sotterranei per le future generazioni, sarebbe stata un’impresa decisamente più ardua della stessa estrazione e produzione del sale.

Alla fine la minera raggiunse il IX livello e la profondità massima di 327 metri.

Nel 1964 fu totalmente interrotta l’estrazione del sale dalla Miniera di Wieliczka per dare spazio alla produzione industriale di sale da cucina per mezzo del processo di liscivazione.

Furono questi eventi a mostrare quanto l’antica Miniera fosse inestimabile e di quante attenzioni e cure avesse bisogno.

Nel 1996 si decise di porre fine alla produzione industriale di sale, a partire dal 1976 la Wieliczka sotterranea iniziò a far parte del registro di monumenti e nel 1994 coronò la sua storia con l’onoreficenza di Monumento Nazionale conferitole dal Presidente della Repubblica di Polonia.

L’arresto della produzione del sale, non significa che sotto terra tutto taccia e che i minatori non lavorino più.

Un centinaio di minatori si impegna quotidianamente a rendere la Miniera un luogo sicuro.

L’impegno viene anche dedicato alla conservazione del luogo al fine di tramandarlo intatto alle future generazioni.

Oggi, l’obiettivo principale che si prefiggono i minatori che lavorano in questo luogo, è quello di conservare e condividere con le future generazioni questo monumento storico e culturale della Nazione Polacca, monumento straordinario e patrimonio mondiale della natura e della tecnica ed anche luogo di culto.

Il loro lavoro sta nel continuare quanto realizzato dalle decine di generazioni di minatori liberi e specializzati, nel seguire le loro orme onorandole con infinita stima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *