Trieste – Sacrario Oberdan

Sull’area dove è situato il museo-sacrario, fino al 1927 sorgeva una vecchia caserma costruita nel XVIII secolo dagli austriaci.

In questa struttura militare fu imprigionato e ucciso Guglielmo Oberdan, patriota ed esponente dell’irredentismo italiano fautore di un mancato attentato all’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo.
Il complesso architettonico che ospita il museo è stato realizzato tra il 1931 e il 1935.

Esso comprende il sacrario dedicato ad Oberdan e un altro edificio inaugurato nel 1934 che è stato progettato da Umberto Nordio e che è stato adibito a museo del Risorgimento.

La struttura è completata da una torre quadrata, che si stacca dal complesso, su cui è collocata una bandiera italiana.

Il Sacrario di Oberdan comprende la cella originale dove fu rinchiuso il patriota giuliano; essa è l’unica parte della vecchia caserma austriaca ad essere giunta sino a noi.

Completano il sacrario una scultura che rappresenta Guglielmo Oberdan, opera dello scultore triestino Attilio Selva, che è situata tra due figure alate, metafore di Patria e di Libertà.

Chi fu Oberdan

Irredentista della prima ora, riuscì a fuggire da Trieste, allora territorio austriaco, a Roma quando venne chiamato alla leva.
Nella sua piccola stanza a Trastevere aveva appesi due ritratti: quello di Gesù e quello di Garibaldi.
Oberdan volle organizzare un attentato, assieme ad altri irredentisti (tra cui l’istriano Donato Ragosa, con cui si era sempre mantenuto in contatto), contro l’imperatore Francesco Giuseppe in visita a Trieste in occasione dei 500 anni di dedizione della città all’Austria, la “fidelissima” titolo assegnatole dalla monarchia asburgica per essersi astenuta dalle rivoluzioni del 1848.
Oberdan cercò di trasportare da Roma a Trieste due bombe; giunse assieme a Ragosa nella località di Ronchi di Monfalcone (oggi “dei Legionari”) ma venne arrestato dopo che aveva sparato malamente a un gendarme trentino, in seguito alla segnalazione di un messo comunale che notò il suo ingresso clandestino in territorio austriaco nei pressi di Versa.

Durante il primo interrogatorio si dichiarò come Rossi ma, in seguito, davanti al giudice distrettuale Dandini confessò il suo intento di voler attraversare il confine per recarsi con le due bombe a Trieste.
Non essendo lui contento dell’arresto, in quanto voleva essere immolato, si autoaccusò.
Il 20 ottobre 1882, davanti all’imperial-regio tribunale della guarnigione di Trieste, Oberdan venne condannato a morte per impiccagione dalla giustizia austriaca per alto tradimento, diserzione in tempo di pace, resistenza violenta all’arresto e cospirazione, avendo confessato le intenzioni di attentare alla vita dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Vi furono appelli alla grazia da tutto il mondo intellettuale dell’epoca, tra cui lo scrittore francese Victor Hugo e anche la madre del giovane chiese clemenza.
Nonostante ciò, il 4 novembre la condanna venne confermata e solo all’alba del 20 dicembre venne impiccato nel cortile interno della caserma grande di Trieste.

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