Cattedrale di Santa Maria Assunta – Napoli

Le più antiche fonti agiografiche, non anteriori al IX secolo, attribui­scono la fondazione della Chiesa di Napoli a San Pietro.
Egli, provenen­do da Antiochia e diretto a Roma, si sarebbe fermato a Napoli e vi avrebbe battezzato e consacrato il primo Vescovo Aspreno o Asprenate.
La presenza di una comunità cristiana, nel II secolo, è attestata con cer­tezza dalle testimonianze archeologiche del complesso catacombale di Capodimonte.
Che la Chiesa di Napoli, poi, fosse già fiorente al IV secolo lo lascia intendere il Liber Pontificalis romano,in cui si legge che l’imperatore Costantino, sotto il pontificato di Papa Silvestro (314-335), fece costruire a Napoli una basilica, alla quale offrì preziosi donativi.

L’edificazione della Cattedrale fu voluta da Carlo d’Angiò nel 1294, nel luogo dove sorgevano due antiche basiliche: Santa Restituta e la Stefania.
Per lasciar posto alla nuova costruzione, quest’ultima fu completamente demolita, mentre la basilica di Santa Restituta fu ridotta al ruolo di cappella laterale.
Il Duomo di Napoli, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la si scopre all’improvviso camminando lungo l’ottocentesca via omonima, un’arteria pensata in età borbonica ma realizzata solo con lo sventramento della città nei primi decenni dell’Unità d’Italia.
Il Duomo, in stile gotico, ha un impianto a croce latina, a tre navate.
Il soffitto della navata principale è a cassettoni, in legno intagliato e dorato, mentre le navate laterali hanno volta a crociera, con decorazioni barocche.

Le decorazioni a stucchi che decorano tutta la chiesa sono della fine del Seicento.
La facciata del Duomo, alta circa 50 metri, è dotata di tre portali, la porta di destra viene dischiusa soltanto per le festività che celebrano San Gennaro e in alcuni casi straordinari.
La facciata angioina, distrutta insieme al campanile dal terremoto del 1349, fu ricostruita in stile gotico.
Le navate laterali, con le loro cappelle e nicchie, testimoniano i vari passaggi nell’arte e nell’architettura napoletana nel corso dei secoli.
Tra le tante cappelle, due si distinguono sopra le altre per dimensione e rilevanza artistica.


La Cappella di Santa Restituta: l’antica basilica voluta dall’imperatore Costantino si presenta con tre navate ed ospita oggi opere di Luca Giordano e sculture trecentesche.
A destra dell’abside c’è l’accesso al Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d’occidente.
La Cappella del Tesoro di San Gennaro risale invece alla prima metà del XVII secolo.
E’ in questa cappella che tutti gli anni, nel primo sabato di maggio, si attende con ansia il miracolo della liquefazione del sangue del santo.

Basta dare uno sguardo al cancello ed al pavimento disegnati dal Fanzago, oppure ai marmi pregiati, alle sculture di scuola berniniana, all’altare del Solimena, agli affreschi, alle pitture ed alle nicchie che custodiscono il busto d’argento e le ampolle col sangue di San Gennaro, per rendersi conto di quale ricchezza risplenda sotto le sue volte.
All’esterno del Duomo, è visitabile il Museo del Tesoro di San Gennaro, che ospita numerosissime opere d’arte, gioielli, argenti donati nel corso dei secoli in segno di devozione al santo patrono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *