Il borgo fantasma di Frattura Vecchia

Avevamo puntato questo sito da tempo e finalmente, passandoci vicino, non possiamo bucare l’appuntamento.

Lasciata la Strada Regionale 479, si giunge a Frattura nuova abbastanza agilmente e si prosegue (c’è una sola strada e non si può sbagliare) fino alla fine del paese; da qui la strada è in terra battuta, polverosa e ghiaiosa che ci obbliga ad abbandonare la moto a 1km dai resti del paese e affrontare questo tratto di strada, sotto un solleone che ci costerà caro poichè ne usciremo molto scottati con chiazze rossissime sul corpo.

Finalmente, arriviamo in vista del borgo, un borgo in cui il tempo si è fermato 100 anni fa e dove vediamo subito che ci son 3 distinti gruppi di persone (3 e 5 persone ciascuno) arrivati in auto sin qui, a prendere il sole.

Vicoli deserti e case silenziose con al loro interno ancora i pentolami utilizzati e lasciati in tutta fretta immediatamente dopo la tragedia, fermi come per incantesimo alla vita quotidiana di allora.

Frattura è una frazione del comune di Scanno, in provincia dell’Aquila, vicino le Gole del Sagittario a 1300 metri di altitudine.

Deve il suo nome alla spaccatura che si generò durante un terremoto in epoca preistorica, dal Monte Genzana, che sbarrando il fiume Sagittario generò l’attuale lago di Scanno.

Il centro abitato fu eretto proprio dove si trova questa divisione rocciosa.

Il sisma successivamente si riattivò nel 1915 radendo al suolo gran parte della vecchia Frattura.

Sia il terremoto che la frana generatasi dalla scossa sismica, provocò la morte di 120 persone, la maggior parte donne e bambini.

Gli uomini, in quel periodo, erano emigrati negli Stati Uniti e in Puglia per lavoro o in cerca di miglior sorte.

Da allora Frattura vecchia è rimasta fantasma.

Solo qualche abitazione negli anni successivi è stata ristrutturata, ma nessuno è tornato a viverci. Tra il 1932 e il 1936, poco distante, fu costruita la nuova e attuale Frattura.

Nel paese disabitato, nel 1956, sono state girate anche alcune scene del film “Uomini e lupi” con Silvana Mangano ed Yves Montand e “Un viaggio chiamato amore“, film del 2002 diretto da Michele Placido.

Oramai la presenza lussureggiante della vegetazione ha preso il predominio su tutto il posto, rendendolo forse, a tratti  malinconico, ma allo stesso tempo creando il suggestivo aspetto di un borgo in cui oramai l’unico “abitante” è il silenzio.

Tutto accompagnato da una spettacolare vista del lago a forma di cuore, il lago di Scanno.

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