Šilo (Krk)

Finalmente arriviamo sull’isola di Krk dopo una peripezia incredibile dove abbiamo anche rischiato parecchio, non solo di non riuscire ad arrivare sull’isola
Tutta colpa della Bora che da queste parti nasce, prima di arrivare a Trieste.
In pratica, all’altezza di Zara, han chiuso l’autostrada perchè un ponte lungo 70 metri che passava sopra il lembo di mare che collega Novigradsko more con il mare aperto, è stato giudicato pericoloso per moto, roulotte, camion e camper.

Così ci hanno obbligato a percorrere la statale tornando indietro fino a Donji Karin passando da Islam Latinski, girare attorno a quel “lago” che in realtà è il mare che potevamo bypassare col famoso ponte, puntando dritti verso est e la catena montuosa, verso Obrovazzo, poi proseguire sempre verso est fino a Gračac dove abbimo finalmente potuto puntare a nord verso Štikada e riprendere l’agognata autostrada.
Il tutto, con un cielo nerissimo, la bora che ha imperversato, e la temperature che, man mano che si saliva di quota, si abbassava con pari velocità, ma la tensione era così alta che solamente dopo che abbiamo scollinato, ci siam resi realmente conto del freddo e ci siamo coperti con la giacca della pioggia, di gomma pesante.

Il tragitto dell’intera deviazione, che per quei dannati 70 metri è passato da 280 km totali a poco più di 330 km, lo abbiamo percorso a non più di 35Km/h e tutti dietro un camion che ci offriva, specie nelle curve in montagna, un discreto riparo dalla violenza del vento, che a un certo punto, grazie anche a una curva stretta che ci ha tolto per un attimo la protezione del camion, ci ha investito con forza tale che ha letteralmente spostato la moto fino a meno di una spanna dal burrone (non esistono guard rail, da quelle parti) e dopo un momento di puro terrore, ci siam attaccati dietro di nuovo al camion e non ci siam più scollati fino allo scollinamento.

Arrivati al ponte di Krk lungo 1430 metri, ci ha novamene bloccato la polizia per via del vento che soffiava parecchio forte.
Assieme ad altre decine di motococlisti ci siam fermati ad attendere pazientemente che la situazione si sbloccasse, ma eravamo preoccupati perchè dovevamo essere a mezzogiorno al B&B, mentre erano le 15.00 e non si aveva la benchè minima speranza di passare in breve

Il ponte di Krk

Così, ne abbiamo approfittato per sgranchirci le gambe e scaricare tutta l’adrenalina accumulata in viaggio.
Finalmente, attorno alle 17.00, un poliziotto ci è venuto a dire in un inglese stentato, ma estremamente apprezzato sia per l’impegno che per la notizia, che in capo a 10 minuti avrebbero riaperto il ponte al transito di tutti i mezzi per circa un’oretta quando poi si sarebbe di nuovo rafforzato il vento.
Dal nulla, decine e decine di moto si son materializzate davanti al casello e 10 minuti dopo eravamo in “salvo” sull’isola puntando velocemente verso il nostro punto di appoggio (Apartments & Rooms Katarina).


Arrivati finalmente, ci concediamo quasi un’oretta di relax, soprattutto per farci una doccia rilassante. Mentre ci prepariamo, vediamo di fronte a noi, la cittadina con una lingua di roccia che si protende nel mare al termine della quale c’è un faro. Decidiamo di andare a visitarlo, dopodiché avremmo mangiato

Una volta li, ci accorgiamo che stiamo per assistere allo spettacolo che si ripete immutabile da che la terra esiste e che da sempre colpisce dritto al cuore chiunque vi assista.
Il Tramonto rende tutto estremamente romantico e gradevole, nonostante il vento…

La magia non ci fa badare al repentino piombare nel buio, che non fa altro che rafforzare le emozioni

Il giorno dopo, ne approfittiamo per girare un po’ l’isola, che una volta era un caposaldo italiano (il nome, infatti, era Veglia) e prima ancora una roccaforte veneziana.
La zona costiera, come pressoché tutta la Criazia, è roccia o sassi o cemento, tranne una 20na di metri di sabbia, proprio nel punto più remoto dell’insenatura, davanti al ristorante dove la sera prima, avevamo mangiato

La vista dalla nostra camera, comunque, già di per sé un riposo per la mente, anche se il vero padrone del B&B, un gatto bastardino, si divertiva a fare incursioni sul balcone con la silenziosità tipica felina, ma che trovandocelo all’improvviso fra i piedi, ci faceva sobbalzare non poco

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