Margherita di Savoia e le sue saline

Dopo aver visitato il Castel del Monte, con la fidata moto, “voliamo” (rispettando però, il codice della strada) verso le saline di Margherita di Savoia

Le Saline di Margherita di Savoia sono le Saline più grandi d’Europa e si trovano nella provincia di Barletta Adria Trani.

Le origini delle Saline di Margherita di Savoia sono da attribuirsi addirittura al IV secolo a.C. quando il sale veniva esportato in Oriente ad opera degli Illiri.

Successivamente vi sono passati i Romani, i Normanni e infine i Templari che ne diventano i proprietari.

Con l’arrivo della malaria la zona si spopola e le saline vengono abbandonate; bisogna attendere il 1600 per assistere ad un’importante bonifica ad opera di Carlo di Borbone.

Nuovamente agibili, nel 1700 le Saline riprendono la produzione di sale e la cittadina assume il nome di Margherita di Savoia, prima Santa Maria de Salinis, in onore della Regina Margherita.

Il 1754 è una data importante per la Salina in quanto l’architetto Luigi Vanvitelli si occupa di ridisegnarla, regalando quello che è l’aspetto attuale.

Nel 1900 avviene una progressiva industrializzazione che le permette di iniziare a produrre sale in gran quantità, divenendo così la Salina Marina più Grande d’Europa.

Oggi le Saline di Margherita di Savoia si estendono per un’area di circa 4500 ettari distribuita su circa 20 Km di lunghezza e 5 Km di larghezza massima.

Le grandi dimensioni e il completo automatismo della produzione consentono di ottenere 500.000 tonnellate di sale l’anno.

Oltre alla materia prima ottenuta, la zona è diventata Riserva Naturale di Popolamento Animale ospitando al suo interno numerosissime specie animali tra uccelli e pesci.

Basti pensare che se ne contano tra i 20.000 e i 50.000 esemplari oltre a varie specie di piante.

La presenza delle vasche di estrazione ha creato un ecosistema molto particolare tipico delle cosiddette zone umide protette dalla convenzione di Ramsar del 1971, le Saline di Margherita di Savoia sono diventate riserva nel 1977.

La fauna presente è prevalentemente costituita da uccelli, oltre che da pesci, da volpi e donnole.

Tra gli uccelli vi sono numerose specie rare come il chiulotello, ad altissimo rischio di estinzione, la volpoca ed il fischione.

Una presenza caratteristica è quella dei fenicotteri rosa che qui nidifica e che rappresenta come numero una delle più grandi popolazioni a livello europeo di questa specie.

Sono almeno trent’anni che, ogni anno, centinaia di fenicotteri arrivano puntuali, sempre nello stesso posto, dove l’acqua non arriva a un metro d’altezza.

Un’onda rosa che lascia tutti a bocca aperta.

E ogni anno nascono i piccoli, dei meravigliosi batuffoli di piume.

La nidificazione avviene solitamente sulle piccole isole di sabbia o di fango che emergono appena appena dal pelo dell’acqua.

Per ammirarli bisogna stare a distanza (i fenicotteri non amano la folla e il rumore potrebbe farli volare via).

Se si porta un binoicolo, si godrà uno spettacolo unico.

La visita alle Saline di Margherita di Savoia si articola in alcune tappe che permettono di farsi un’idea di globale di tutta quella che è la procedura di ottenimento del sale, a partire dalle prima vasche evaporanti fino al confezionamento.

Le Vasche Evaporanti si estendono su un’area di circa 3500 ettari e sono le prime in cui confluisce l’acqua; da qui l’azione combinata di sole e vento permette all’acqua di evaporare lentamente aumentando la densità salina.

Successivamente si passa alle Vasche Salanti, che sono quelle  che visitiamo durante la prima tappa della visita.

Queste vasche si trovano in minor numero, su un’area di 500 ettari, l’evaporazione aumenta fino a raggiungere il giusto grado di saturazione.

Le Vasche Salanti verranno private dell’acqua residua, attraverso il sapiente uso di chiuse.

Nella visita la guida ci spiega la procedura per raggiungere la saturazione corretta dell’acqua e il funzionamento delle chiuse.

Possiamo sentire direttamente con le nostre mani la maggiore viscosità di un’acqua salata e vedere le differenti tonalità di rosa che assumono le vasche.

Ripartiamo per raggiungere la seconda tappa del tour, quella che ci conduce di fronte alla grande montagna di sale.

In questo luogo viene stoccato tutto il sale raccolto dalle vasche salanti dopo la sua asciugatura totale.

Per una maggiore compattezza del prodotto e permettere alle pale meccaniche di prelevare la materia prima, senza danneggiare il fondo delle vasche, il sale viene fatto accumulare per 5 anni.

Osserviamo l’immensa duna bianca la cui consistenza è talmente dura che anche le precipitazioni piovose non intaccano il sale né provocano il suo scioglimento.

Anche in questa occasione la guida, dopo averci fornito le informazioni relative a questi passaggi, ci spiega come il sale verrà successivamente trattato.

Una volta recuperato dalla montagna sarà lavato, con la stessa acqua satura delle vasche, e cernito per separare i cristalli in base alla grandezza e determinarne il tipo (sale grosso, sale fino etc.).

Il sale se destinato all’uso alimentare subisce 5 lavaggi se invece ad altro uso (es. per le strade, per la lavatrice etc…) riceve invece solo due lavaggi.

A lavatura ed asciugatura effettuata si procederà infine al confezionamento e distribuzione attraverso le linee di vendita.

La visita si conclude con l’accesso al laboratorio in cui possiamo vedere i microorganismi, come l’arteria salina, che si trovano nelle vasche oppure l’argilla che compone il fondo.

La guida ci fornisce alcune indicazioni in merito, prima di passare ad un’ultima sala di proiezione dove assistiamo ad un filmato che riassume ed affina quanto appreso nel nostro tour.

Il centro abitato sorge in riva al mare Adriatico, in una zona pianeggiante, un tempo paludosa.

Qui sorgevano i laghi costieri Salso e il lago di Salpi: grazie alla natura del terreno, argilloso e caratterizzato da un elevato grado di impermeabilità, il gioco delle maree permetteva l’allagamento periodico di piccole depressioni non lontane dalla costa dalle quali, per evaporazione e dell’acqua marina e precipitazione dei sali disciolti, era possibile prelevare il sale, che veniva largamente impiegato per la conservazione degli alimenti.

Oggi, il paesaggio è stato radicalmente trasformato dalla bonifica e dalla messa in coltura dei laghi. La città, stretta fra il litorale e le saline, presenta una caratteristica struttura fusiforme, sviluppandosi per circa 3 km lungo tre corsi principali (Via Giuseppe Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele e Corso Africa Orientale), cui si aggiunge il lungomare Cristoforo Colombo.

L’espansione demografica e la crescita dall’abitato hanno comportato, a partire dagli anni 70, la nascita di nuovi quartieri che hanno attenuato la struttura istmica del paese.

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