Ponte di Tiberio – Rimini

Il ponte di Tiberio, più correttamente ponte di Augusto e Tiberio, è IL ponte romano di Rimini sul fiume Marecchia, l’antico Ariminus intorno al quale era sorto il primo insediamento.

Dal 1885 è monumento nazionale.

Compare nello stemma della città di Rimini ed è il primo tratto della via Emilia.

È situato a nord del centro storico principale e congiungendo le due zone storiche di Rimini, crea ancora oggi il collegamento tra la città e il suburbio (borgo San Giuliano)

Fungeva da ponte sul fiume Marecchia, quando il suo corso non era ancora stato deviato.

La sua costruzione iniziò nel 14 d.C. sotto il governo di Augusto mentre il termine dei lavori si ebbe nel 21 d.C., sotto il governo di Tiberio.

Costruito in pietra d’Istria come l’Arco, da esso riprende anche lo stile sobrio e allo stesso tempo armonico.

La struttura è composta di 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi.

La grandezza di questi archi varia in maniera crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove si trova l’arco più grande.

Ai bordi della pavimentazione presenta alcune lastre di pietra con iscrizioni latine.

Poco dopo il ponte, in località Le Celle, si diramavano due vie consolari: la via Emilia che arrivava fino a Piacenza e la via Popilia-Annia che arrivava sino ad Aquileia.

La presenza di due tacche somiglianti all’impronta di piedi caprini, sulla balaustra posta lato monte, contribuì a diffondere la leggenda di un ennesimo “Ponte del Diavolo”, in questo caso costruito dal maligno ingannato da San Giuliano.

Più verosimilmente poteva trattarsi di incavi per fissaggio di carrucole utilizzate per issare materiale dalle barche che arrivavano fin sotto il ponte.

Un’altra leggenda vuole che il Ponte di Tiberio sia stato l’unico ponte cittadino traversante l’ex Marecchia che, durante la Seconda guerra mondiale, le forze armate tedesche non riuscirono a demolire.

Una lettera pubblicata il 20 agosto 2015 dal giornale on-line Rimini 2.0 descrive il casuale incontro avvenuto negli anni 70 a Ginevra tra il professor Rosino Carlo Zanoni e un ufficiale tedesco durante il quale l’ufficiale ammise di essere l’anonimo “salvatore” del Ponte.

L’ufficiale sembra essere, alla luce di questa lettera, l’allora maggiore Rudolf Rennecke.

Il ponte di Tiberio rientrava nella rete stradale cittadina ed era aperto al normale traffico, esclusi i mezzi pesanti.

Nel 2014 è stato approvato il Progetto Tiberio, una serie di interventi, divisi in 5 comparti, che hanno riorganizzato la viabilità nei pressi del ponte e riqualificando l’intera area di San Giuliano a mare; l’ultimo comparto prevede la pedonalizzazione definitiva del ponte di Tiberio, iniziata in via sperimentale il 30 Maggio 2020.

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