Danzica – I bastioni

I bastioni di Danzica, nella versione che vediamo oggi, risalgono a circa 400 anni fa ma fino all’apoca napoleonica, han svolto egregiamente il loro ruolo.

Fra gli assedi più famosi cui dovettero resistere, ci fu l’assedio di Danzica che si svolse tra il gennaio e il dicembre 1813 durante i più vasti eventi della guerra della sesta coalizione.

La città di Danzica era una piazzaforte del Primo impero francese di Napoleone Bonaparte, punto di raccolta per gli sbandati sopravvissuti alla campagna di Russia del 1812; dopo l’abbandono della Polonia da parte delle truppe francesi, nel gennaio 1813 Danzica fu quindi cinta d’assedio da parte delle forze dell’Impero russo.

Già importante possedimento del Regno di Prussia, la città polacca di Danzica fu ceduta alla Francia di Napoleone Bonaparte a seguito della pace di Tilsit del 9 luglio 1807 conclusiva della guerra della quarta coalizione.

Formalmente istituita come repubblica indipendente (“Repubblica di Danzica”), la città e il suo immediato retroterra rurale erano di fatto poste sotto dominazione francese, con una guarnigione di truppe francesi a presidiare la piazzaforte e un generale francese, Jean Rapp, come governatore cittadino.

Danzica fece da base e retrovia per le forze francesi nel corso della campagna di Russia del 1812, a cui lo stesso Rapp partecipò.

Dopo i drammatici eventi della ritirata da Mosca e dell’attraversamento della Beresina, nel dicembre 1812 i resti della Grande Armata sciamarono in Polonia inseguiti dai russi.

Ancora convalescente per una ferita riportata alla Beresina, Rapp fu inviato a Danzica per assumere il controllo della piazzaforte, rinforzarne le difese e farne un punto di ritrovo per le molte migliaia di dispersi e sbandati dell’armata francese; a Danzica si rifugiarono i resti del corpo d’armata del maresciallo Étienne Macdonald in fuga dalla Prussia orientale, dopo che, con la convenzione di Tauroggen del 30 dicembre, le forze prussiane avevano abbandonato la loro riluttante alleanza con la Francia per schierarsi dalla parte dei russi.

Al comando dell’energico generale Jean Rapp, la guarnigione francese (composta anche da truppe tedesche e italiane) tenne duro e condusse una difesa attiva contro gli assedianti, rinforzati poi da un contingente di truppe prussiane.

Danzica doveva costituire il perno più settentrionale della linea difensiva allestita lungo il corso del fiume Vistola dal viceré Eugenio di Beauharnais, dal gennaio 1813 insediato da Napoleone alla guida dei resti della Grande Armata; le forze di Eugenio erano tuttavia in schiacciante inferiorità numerica rispetto ai loro avversari russi, oltre che disorganizzate e a corto di rifornimenti, e al viceré non restò altro da fare che ordinare l’abbandono del Ducato di Varsavia e un arretramento generale in Germania prima sull’Oder e poi sull’Elba.

Una serie di guarnigioni francesi fu tuttavia lasciata nelle principali fortezze lungo la Vistola e l’Oder, onde negare ai russi il possesso di questi facili attraversamenti sui fiumi; Rapp fu quindi lasciato a Danzica con tutte le forze disponibili, preparandosi a sostenere un lungo assedio.

Sotto la guida del principe Alessandro di Württemberg, gli assedianti russo-prussiani rinnovarono i loro attacchi a Danzica a partire dall’agosto 1813, stringendo progressivamente il cerchio attorno alla città.

Dopo la sconfitta di Napoleone nella battaglia di Lipsia le speranze di soccorso per Danzica scesero a zero e Rapp dovette avviare i negoziati per la resa.

La città capitolò quindi nelle mani dei russo-prussiani il 29 novembre 1813.

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