Il ponte di Pinzano

Alla ricerca dei luoghi della Grande Guerra in Friuli, sulla riva destra del Tagliamento fra i comuni di Ragogna e Pinzano al Tagliamento (e quindi tra le province di Udine e Pordenone), vi è lo spettacolare ponte di Pinzano.

All’imbocco del ponte è ben visibile una targa che commemora il capitano Teodoro Moggio ed i suoi uomini della Brigata Bologna.

Si possono leggere le seguenti parole: “Onoriamo il Generale di c.da Teodoro Moggio ed i suoi valorosi fanti che il 1 novembre 1917 con grande sacrificio di vite umane impedirono all’avversario di attraversare per molte ore questo ponte salvando la retroguardia / Ragogna 15 ottobre 1989 / gli azzurri ed i fanti bolognesi posero“.

Questa Brigata si contraddistinse per la strenua difesa della testa di ponte a San Pietro (che lo stesso generale tedesco Otto von Below aveva considerato degna di nota concedendo ai prigionieri l’onore delle armi), resistendo anche dopo che il Comando Supremo italiano aveva ordinato la distruzione di tutti i passaggi sul Tagliamento.

Il 1° novembre 1917 il ponte di Pinzano venne fatto brillare mentre gli uomini della Brigata Bologna si trovavano ancora sulla riva sinistra del fiume.

Bloccati in tutte le direzioni, i soldati italiani vennero catturati dalle truppe austro-germaniche.

Questo ponte, fu anche sede di una delle fortificazioni italiane “della seconda linea” durante la guerra fredda.
Attraversato il ponte si lascia alle spalle il Comune di Ragogna e la provincia di Udine e si entra in quella di Pordenone, a Pinzano al Tagliamento.

Questo tratto del fiume friulano è senza dubbio uno dei più spettacolari a livello naturalistico, caratterizzato da un restringimento delle pareti rocciose che vanno a formare quasi una gola.

Giunti dall’altra parte, vi è una scaletta che scende in mezzo alla boscaglia tutta ricoperta di sterpi, e conduce a un piccolo bunker che serviva per tenere sotto controllo il ponte in caso di invasione, dotato di un cannoncino.

Le particolari caratteristiche del territorio, sono state sfruttate dagli uomini in epoche diverse in quanto rappresentavano un ottimo sbarramento naturale per la difesa contro incursioni nemiche.

Osservando bene le rocce lungo il fiume si possono notare molti appostamenti militari: alcuni rientrano nello schema difensivo del Vallo Littorio voluto da Mussolini per la difesa dei confini settentrionali dell’Italia (il Vallo andava dal confine francese fino al Carso).

Altri risalgono agli anni ’50 nell’ottica di difesa della NATO contro i paesi del blocco comunista come quello che, anzichè scendere, se si volge lo sguardo verso l’alto si scorge, ben mimetizzato, la sommità di un altro bunker un poco più oltre, sopra una piccola galleria dotata di un cancello di ferro.

Risale all’inizio del XX secolo, come la postazione con copertura metallica che si trova, come detto sopra, su uno sperone roccioso alla fine del ponte, composto da diverse aperture quadrate e circolari.

Nei pressi del ponte è ancora presente poi l’antico casello, inaugurato assieme al ponte nel 1906 che obbligava, chiunque volesse attraversarlo, a pagare un pedaggio.

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