Santuario Maria Santissima Addolorata

Giungiamo a questa basilica, più per curiosità che altro, dato che ce la avevano descritta, come in realtà è, come uno spettacolo all’esterno, ma “deludente” internamente: non che sia brutta, ma l’interno non segue le aspettative visive che uno si crea vedendo l’esterno.

Il Santuario di Maria Santissima Addolorata trae la sua origine dalle apparizioni della Vergine Maria e dalla grazia ricevuta con la guarigione miracolosa da un male incurabile.

Si narra che il 22 marzo 1888 due contadine di Castelpetroso, Giovanna Fabiana Cicchino e Serafina Giovanna Valentino, si trovavano nella località detta “Cesa tra Santi” per lavorare la terra e pascolare due pecorelle.

Uno dei sue animali si smarrì e le due donne decisero di dividersi per andare a cercarla; Fabiana la trovò davanti ad una piccola grotta dalla quale fuoriusciva una luce inconsueta.

La donna si avvicinò incuriosita e vide davanti a lei la Santissima Vergine con il Cristo Morto ai suoi piedi. Serafina Giovanna accorse subito, ma dovette aspettare fino al giorno di Pasqua, il 1 aprile 1888, per poter vedere anche lei l’apparizione.

Le voci sulle apparizioni si diffusero molto velocemente e in molti si recarono in pellegrinaggio in questo luogo.

La Vergine Addolorata apparve a molti altri fedeli e anche a uomini di Chiesa scettici, tra cui il vescovo di Bojano, Mons. Francesco Macarone Palmieri.

Nel luogo delle apparizioni scaturì una sorgente d’acqua che si rivelò miracolosa.

Tra i numerosi fedeli che accorsero a Castelpetroso ci fu anche il direttore della rivista “Il Servo di Maria” , Carlo Acquademi, che si recò in pellegrinaggio con il figlio affetto da tubercolosi ossea.

Il ragazzo bevette l’acqua delle sorgente e guarì miracolosamente.

Per rendere grazie della guarigione ricevuta dalla SS Maria, Carlo Acquademi si fece promotore della costruzione del santuario, la cui prima pietra venne posata il 28 settembre 1890.

Il Tempio venne consacrato il 21 settembre 1975.

Il Santuario di Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso è in stile gotico francese ed è stata progettata dall’Ing. Francesco Gualandi di Bologna per essere un inno a Maria e al Molise.

La pianta è di tipo radiale con sette bracci; essa simboleggia il cuore Maria trafitto da sette spade, i sette dolori, a ciascuno dei quali è dedicata una delle sette cappelle laterali.

È stata interamente utilizzata pietra locale, scolpita da artisti molisani che nei loro intarsi sui rosoni della facciata principale rendono omaggio all’antica arte della tessitura del tombolo.

I mosaici che decorano la base della cupola rappresentano i santi più venerati del Molise.

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