Santuario Italico di Pietrabbondante

Giungiamo al Santuario Italico di Pietrabbondante, senza molte aspettative, in quanto altri luoghi, per quanto estremamente importanti e di altissimo interesse (come ad esempio NON limitante, l’Area Archeologica di Ercole Curino), ma che una volta in sito, bisogna ricorrere ad uno sforzo di immaginazione per capire come fossero una volta i siti.

Questo sito, realmente poco pubblicizzato e realmente poco segnalato sulla strada, è la testimonianza architettonica più importante della religiosità della nazione dei Samnites Pentri.

Il sito è incentrato sul complesso tempio B- teatro ed ha una posizione fortemente scenografica, collocandosi sul versante meridionale di Monte Caraceno/Saraceno a circa mille metri di altitudine.

Da qui si ha una ampia visuale sulla Valle del Trigno e sui paesi arroccati che si collocano lungo il suo percorso.

L’area sacra sorge in altura a circa 966 metri sul livello del mare su una ripida discesa che si affaccia sulla valle del Trigno. Il luogo ha avuto una predominante funzione di culto religioso, ma non solo. Strettissimo è infatti il legame, fin dalle fasi più antiche, tra questo santuario e l’esercito, come testimoniano le numerose armi rinvenute nell’area, ed era anche sede di concilia, cioè delle adunanze del senato indette in particolari occasioni.

I primi scavi dell’area di Pietrabbondante, realizzati nel XIX secolo dai Borboni, misero in luce il Teatro, il Tempio piccolo (A) e le strutture poste tra i due edifici.

La parte più antica dell’area archeologica è databile intorno al IV secolo a.C. ed è un’area quadrangolare identificata tra il Teatro e il Tempio Grande (B), caratterizzata da due porticati con colonne, probabilmente relativi alla fase del tempio ionico.

Questa parte è stata successivamente inglobata nel complesso teatro-tempio conservandone la larghezza originaria.

La costruzione del Tempio piccolo data intorno al III secolo a.C.

Il tempio riprende lo schema tipico dei templi italici costruiti su un podio quadrato.

E’ ad unica cella con pronao, probabilmente tetrastilo, a cui si accede attraverso una rampa posta al centro della fronte.

L’edificio templare è circondato da un ambulacro, delimitato da un muro di contenimento.

Agli ultimi decenni del II secolo a.C. invece risale la costruzione del Teatro e del Tempio grande con uno schema tipico dell’età ellenistica mediato dalla cultura sannitica.

Il Teatro è stato realizzato costruendo un terrapieno artificiale contenuto da strutture architettoniche.

La parte superiore della cavea doveva essere sistemata con sedili mobili e ad essa si accede attraverso una scaletta nella parte posteriore del teatro.

La parte inferiore è invece suddivisa in sei settori da brevi scale che conducono alla parte superiore della cavea e caratterizzata da tre ordini di sedili.

Il teatro poteva contenere fino a 2500 spettatori. Il Tempio Grande è su un alto podio, preceduto da un colonnato, con triplice cella.

È costruito all’interno di un recinto rettangolare, fiancheggiato da porticati e preceduto dalla terrazza con gli altari.

Questo tempio, tuttavia, fu usato davvero molto poco.

Quando infatti scoppiò la guerra tra Mario e Silla, il culto fu soppresso.

Anche la domus publica, scoperta nel 2002, è stata costruita verso la fine del II secolo a.C.

L’edificio si sviluppa attorno al nucleo composto da atrio, alae, tablino e la grande aula destinata all’attività del collegio sacerdotale e ai rituali in concomitanza delle feste religiose.

A poca distanza dall’area del santuario è stato individuato il monumento funerario della famiglia dei Socellii, risalente alla seconda metà del I secolo a.C.

Fu proprio questa famiglia a diventare proprietaria del santuario e delle sue pertinenze, quando, in conseguenza della guerra sociale, l’area sacra venne confiscata e ceduta ai privati.

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