Lourdes

Arriviamo a Lourdes, dopo uno splendido viaggio attraverso i Pirenei, in un caldo tardo pomeriggio, probabilmente a cavallo delle funzioni pomeridiane e della via crucis serale, perchè il sito era quasi vuoto, forse perchè i pellegrini erano negli hotels a mangiare o tornati nelle dimore a rinfrescarsi e a cambiarsi.

L’attuale territorio comunale di Lourdes fu abitato in età preistorica.

In epoca romana dovette esistere, fin dal I secolo a.C., un oppidum sulla collina dove oggi sorge la fortezza.

Ai piedi della cittadella sorgeva un tempio pagano dedicato alle divinità delle acque, le cui costruzioni sono venute parzialmente alla luce subito dopo la demolizione della parrocchiale di Saint Pierre (avvenuta agli inizi del Novecento), insieme a resti di ceramiche e di tre altari votivi.

Nel V secolo tale tempio fu rimpiazzato da una chiesa paleocristiana andata distrutta successivamente a causa di un incendio.

Nelle immediate adiacenze del luogo di culto si estendeva una necropoli la cui datazione e le cui dimensioni non ci sono note.

La presenza nella località di una via romana (e di una possibile seconda via perpendicolare alla precedente) che congiungeva il piedimonte pirenaico con la Narbonense ha fatto avanzare l’ipotesi che l’abitato potesse corrispondere a quell’oppidum novum menzionato nell’Itinerario antonino.

La costruzione della fortezza si deve certamente alla posizione strategica del picco roccioso sul quale è edificato, all’ingresso delle sette vallate del Lavedan.

I romani sono stati sicuramente i primi a prenderlo in considerazione per edificarvi una fortezza.
Carlo Magno assediò la fortezza occupato dai saraceni di Mirat nel 778.

Narra la leggenda che in quella circostanza un’aquila lasciò cadere una trota ai piedi di Mirat, il quale la portò al capo dei franchi, per fargli credere che aveva ancora abbondanza di viveri.

Carlo Magno avrebbe creduto a Mirat, ma il vescovo di Le Puy, che l’accompagnava, salvò la situazione proponendo a Mirat di conservare il suo posto a condizione di convertirsi al cristianesimo.

Mirat, affamato, avrebbe accettato e ricevuto il battesimo con il nome di Lorus, da cui Lourdes.

Simbolo delle apparizioni di Lourdes è l’acqua di una sorgente, scoperta da Bernadette durante una delle apparizioni, su indicazione della Vergine Maria: oggi la fonte, protetta da una lastra di vetro, è visibile sotto la grotta e alimenta numerose fontane; la stessa acqua, che raggiunge una temperatura di 12°, viene utilizzata per il bagno nelle piscine: queste furono costruite nel 1955 e l’edificio ospita diciassette vasche, di cui undici per donne e sei per uomini, più altre due, più piccole, per bambini.

La totale immersione nelle vasche, effettuata ogni anno da circa trecentocinquantamila persone, sta a simboleggiare il rinnovamento del battesimo e non viene attribuita ad essa alcun effetto terapeutico: studi fatti tra il 1858 e il 1859 hanno dimostrato infatti che l’acqua non ha nessun effetto curativo.

Alla grotta di Massabielle si sono verificate numerose guarigioni non spiegabili scientificamente, alcune delle quali sono state dichiarate miracolose dalla Chiesa cattolica: dal 1884 è attivo un organismo all’interno del santuario, chiamato Bureau Médical, che esamina i presunti miracoli verificatisi; il processo per dichiarare un miracolo tale è alquanto lungo e può richiedere diversi anni: infatti dopo gli studi del Bureau Médical, la pratica passa a un’équipe internazionale di medici e infine viene svolta un’ulteriore indagine dalla diocesi di appartenenza.

Al 2018 sono settanta i casi accertati come miracoli.

La prima chiesa ad essere costruita è quella conosciuta con il nome di Cripta: fu inaugurata nel 1866 e alla sua realizzazione partecipò anche il padre di Bernadette; è una struttura di piccole dimensioni, a pianta quadrata, con numerosi pilastri, che reggono anche la sovrastante basilica dell’Immacolata Concezione; sull’altare maggiore c’è una statua della Madonna con in braccio il bambino Gesù, opera di Fabisch.

All’ingresso è posta una statua di san Pietro con in mano le chiavi del Paradiso; un lungo corridoio, rivestito di lastre in marmo sulle quali sono segnati i nomi delle persone che le hanno donate come ex voto, conduce al corpo centrale

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