Cocullo

Cocullo è un comune della provincia dell’Aquila.

Situato su un colle, estrema propaggine meridionale del monte Catini, al confine tra valle Peligna e Marsica, è un centro agricolo dell’alta valle del Sagittario.

Sull’origine del toponimo non ci sono certezze. Un’ipotesi sull’etimologia di Cocullo è quella di farlo risalire all’abitato di età romana “Koukolon” citato anche da Strabone.

Ci siamo arrivati, manco a dirlo, in un torrido mezzogiorno, chiaramente tutto il paese era inondato dal sole e le stradine strette, quindi, erano tutte deserte, pertanto ci siamo goduti il paesello senza incontrare anima viva, le uniche due mete a portata di passeggio (provenivamo dalla visita al Castello e alle Gole di Celano e avevamo ancora l’impegnativa escursione all’Eremo di San Bartolomeo in Legio)

La torre medioevale di San Nicola

Questa torre è stata adattata poi come campanile della chiesa di San Nicola.
Si trova nella parte alta del borgo, poiché la torre di guardia longobarda fungeva da avvistamento.
La torre fu edificata nel XII secolo, quando Cocullo fu conquistata dai Normanni, e venne convertita a campanile già in questo secolo, esistendo già la cappella del palazzo baronale o castello, citata nella bolla di papa Lucio III (1181) e nella visita pastorale del vescovo dei Marsi nel 1356.
Fu danneggiata con i terremoti del 1706 e del 13 gennaio 1915 con epicentro nei pressi di Avezzano, che troncò quasi tutta la muratura superiore a merlature e beccatelli, ornamento fatto realizzare nel XV secolo, probabilmente dal feudatario Antonio Piccolomini.

La Fontana duecentesca

E’ situata in via della Fonte, in posizione marginale rispetto al piccolo paesino, e risale al XIII secolo, anche se subì modifiche nel XV secolo.
Fu realizzata per volere dei Conti di Celano appena fuori il paese, in funzione di abbeveratoio e lavatoio.
Danneggiata dal terremoto del 1915 è stata ristrutturata seguendo lo stile originario.
Del tipo a nicchie incassate nel corpo principale in pietra, la fontana è addossata a una parete, composta da tre nicchie ogivali incassate, con parapetti in blocchi verticali e rifiniti superiormente con pietre trasversali, eccetto il primo a sinistra: ancora in sede sono rovinati dal tempo e in parte mancanti per asportazione.
L’interno è tripartito, coperto con pietre lavorate a falsa volta a crociera, e in una delle vasche il piano è forato per posizionare le conche per attingere.
Dai parapetti si elevano tre archi a sesto acuto in conci di pietra squadrati, tangenti con la sommità degli archi una serie di conci rettangolari.
Nella parte destra su un blocco si trova lo stemma dei Conti dei Marsi, quindi la cornice modanata aggettante.

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