Complice la giornata piovosa, di cui abbiamo avuto undiscreto anticipo ieri, oggi ne approfittiamo per trascorrere la mattinata dedicata al cazzeggio puro, azzardandoci a uscire solo quando abbiamo una certa sicurezza che l maltempo ci lasci una tregua sufficiente per sgranchirci le gambe
Ne approfittiamo per visitare i dintorni e ci troviamo improvvisamente, nel villaggio di Ličko Petrovo Selo, dove i disastri della guerra son ben evidenti sui muri delle case bucherellate dalle mitragliate o dai colpi di carro armato, oltre a incontrare seppur raramente, resti di mezzi militari bruciati o colpiti da granate.
Arriviamo a poche decine di metri dal confine con la Bosnia Herzegovina (si intravvede il mio giubbino antipioggia giallo, nello specchietto della moto.
Subito dopo ci rechiamo a a Korenica, che è il paese più vicino al nostro B&B, per prendere qualosa da mangiare per la sera, in un supermercato, così ne approfittiamo per acquistare anche un mazzo di carte nel caso la pioggia si dovesse ripresentare.
Il paese, che si sviluppa lungo la statale, non è grande, anzi, al massimo saranno 2 km (meno), pertanto è molto tranquillo, anche se il supermercato è pieno di gente e i 3 caffè che abbiamo visto son colmi di gente che giuoca a carte o assiste fumando e bevendo un bicchiere in compagnia.
Però, nonstante sia piccolo, ha una chiesa abbastanza grande, un parchetto con il monumento ai caduti e un municipio abbastanza grande.
Fino al 1918, Korenica faceva parte della monarchia austriaca (come Regno di Croazia-Slavonia, comitato di Lika-Krbava), nella Frontiera militare croata, amministrata dal Kommando OTTOTSCHANER Regiment N° II dal 1867 al 1881.
Un ufficio postale fu aperto già nel 1862.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la cittadina era stata ribattezzata Titova Korenica dal leader jugoslavo Josip Broz Tito, ma dopo l’occupazione Croata, avvenuta nel 1995, per cancellare ogni legame con il passato, venne eliminata la parola Titova.
