Tempio Malatestiano – Rimini

Singolare è il nome con cui questo edificio religioso è conosciuto: tempio, per la classicità della sua architettura: malatestiano, perchè su tutto domina indiscusso sovrano Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini.a dei suoi Borghi antichi.

Accanto al Tempio è stato collocato il sarcofago del patrono della città, “L’Arca di San Gaudenzo”. L’arca marmorea, di forma classica, con coperchio in calcare, riporta sui fianchi e sul fronte tre croci latine in bassorilievo.

Adiacente alla Cattedrale è allestito il museo “TESORI DELLA CATTEDRALE” dove sono esposti paramenti sacri, apparati liturgici, calici, dipinti codici miniati e un bassorilievo del XIII sec..
Il 29 settembre 2002 la Cattedrale è stata assurta a Basilica minore.

Testimonianza della magnificenza malatestiana, fu Sigismondo Pandolfo Malatesta ad ordinare i lavori per la trasformazione dell’antica chiesa romanico-gotica di S. Francesco in un monumento grandioso e splendido in sintonia con la nuova cultura rinascimentale che aveva nell’Alberti uno dei suoi massimi esponenti ed interpreti. I lavori del tempio, innalzato al “Dio immortale e alla città” ma anche all’amore di Sigismondo per Isotta, ebbero inizio nel 1450.

L’esterno è opera del grande genio Leon Battista Alberti e presenta una maestosa facciata (incompiuta nella parte alta) ispirata alle forme dell’arco trionfale romano.

L’intera costruzione poggia su di un alto basamento in pietra d’Istria, incorniciato da cordoni tratti dalla base dell’Arco d’Augusto e decorato con uno stupendo fregio a basso rilievo composto da ghirlande (caratteristica di tutto l’ornamentale malatestiano) legate con il fiore di Isotta.

Le ghirlande contengono ed alternano quattro tipi di scudi malatestiani: l’elefante, la “I” e la “S” intrecciate (sigla di Sigismondo e di Isotta), la doppia fascia a scacchi e il fiore di Isotta.

Sui fianchi si aprono sette arcate suddivise da pilastri: quelle di destra ospitano i sarcofagi di eminenti personaggi della corte malatestiana, mentre quelle di sinistra sono rimaste vuote.

Il rinnovamento dell’interno venne invece affidato a Matteo de’ Pasti, il cui stile legato ancora a forme goticizzanti, porta ad un evidente contrasto architettonico con l’esterno (ispirato a forme classiche rinascimentali).

L’interno, ad una sola navata, si presenta con ampie arcate a sesto acuto con vivaci decorazioni ed è caratterizzato da sei cappelle laterali, chiuse da transenne in marmo.

Quando nel 1460, lo stesso Sigismondo, in gravi difficoltà politiche per i suoi contrasti con il Papa, non ebbe più i mezzi economici per completare l’ambiziosa costruzione, questa fu interrotta; il tempio rimase così privo della sua copertura che, nel progetto di Leon Battista Alberti, era a cupola.

La scomunica papale del 1462 fece cadere Sigismondo in disgrazia; da allora il tempio rimase incompiuto.

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