Monastero di Moldovița (Mănăstirea Moldoviţa)

Il monastero fu costruito attorno al 1410 dal principe regnante della Moldavia, Alessandro il Buono (Alexandru cel Bun), al posto di una chiesa in legno.

Uno smottamento danneggiò gravemente l’edificio alla fine del XV secolo e pertanto il principe regnante Petru Rares fece costruire un monastero su un terreno più sicuro nel 1532, mantenendo la stessa consacrazione.

E’ la seconda chiesa, in ordine cronologico, dopo Humor, ed è l’ultima ad avere il porticato aperto.

Sono conservate le caratteristiche degli edifici religiosi dell’epoca di Stefan cel Mare: la sala del Tesoro sopra la stanza delle tombe, nicchie nelle absidi, i riquadri dalle finestre e delle porte ad arco e rosoni a trifoglio, elementi di influsso gotico.

Il piano dell’edificio è trilobato, con un loggiato a portico aperto a otto archi.

Il muro di cinta, alto 6 m, con uno spessore di più di 1 m, presenta ancora delle merlature sopra il cammino di guardia e torri rafforzate.

L’arcata all’ingresso è adornata di rosoni e motivi floreali, sotto l’influsso dello stile del monastero di Dragomirna.

La pittura interna segue la tradizione, La Crocefissione presente nella navata è considerata la realizzazione più importante con questo tema delle chiese della Bucovina.

Si osservano le somiglianze con l’arte italiana (La Deposizione di Cristo) oppure con altri autori d’icone di Novgorod del XV secolo (Il Lamento di Gesù) sulla parete nord.

Nell’altare si trova il Cenacolo in cui Gesù è raffigurato al centro in un atteggiamento caloroso verso l’apostolo Giovanni.

La richiesta di elementi figurativi e decorativi, i colori, come il giallo dominante sono felicemente abbinati nelle raffigurazioni della Vergine Orante, sulla volta del pronao e nella Madonna della Misericordia sul timpano del portale, un volto più umanizzato e tragico come in nessun’altra raffigurazione.

Il quadro votivo si trova nel nartece.

La pittura esterna del 1537, più di quella interna, presenta somiglianze con gli affreschi di Humor.

Nel porticato è rappresentato il Giudizio Universale.

Sulla facciata verso sud, la più protetta, si conserva “l’Inno alla Vergine” e “l’Assedio di Costantinopoli”, pieno di fantasia ed estro, molto impressionante, forse la migliore rappresentazione.

Questo dipinto racconta in modo fantasioso la storia della Vergine Maria che salvò la città bizantina dall’assedio dei persiani e degli Avari nel 626: si vede il patriarca ortodosso che invoca l’aiuto della Vergine mentre porta in processione un’icona lungo i bastioni della città.

Tuttavia, l’intero episodio, ripreso dall’Inno mariano è ritratto nel contemporaneo contesto cinquecentesco.

Gli abiti, i turbanti turchi indossati dalla cavalleria che avanza, i cannoni nelle navi inducono il visitatore dell’epoca a leggervi un’implorazione a Dio perché salvi la Moldavia dai turchi invasori.

Segno della crisi che stava vivendo Rares (il cui ritratto si trova sulle mura della città insieme a quello della moglie Elena), questo affresco commissionato è fra i più importanti di quelli nelle chiese dipinte.

Vi si trova anche “Il Rogo di Mosé” che compie l’illustrazione dell’insegnamento mariologico ortodosso.

Sempre sulla parte sud, in una generosa composizione, l’Albero di Jesse si distingue, essendo esso fiancheggiato dai capi delle 12 stirpi d’Israele.

Non manca il Cino (l’ordine dei monaci), come l’eloquente legame tra la Chiesa trionfante del cielo e quella terrestre, combattente.

È rilevante la fusione degli elementi bizantini con quelli locali, cioè l’interpretazione romena dei temi bizantini.

Il museo del monastero, allestito nella casa principesca, edificio costruito nel 1612, conserva due ricami del XV secolo, il trono del principe Petru Rares del XVI secolo, l’oggetto più prezioso della Moldavia, il libro biblico dei salmi, manoscritti del XVII secolo, oggetti di culto e una collezione di icone antiche.

Qui si conserva la distinzione assegnata nel 1975, dalla federazione internazionale dei giornalisti FIJET, ”la mela d’oro” .

All’epoca, in questa casa funzionava una scuola di per amanuensi copisti e veniva custodito il tesoro monastico.

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