Chiesa S.Maria della strada – Matrice

Proseguendo il trasferimento da Isernia, lasciata Campobasso direzione Termoli, arriviamo a questa stupenda chiesa longobarda, dove, con soli 3 km di deviazione, oltre a una sosta ristoratrice, riusciamo anche a godere del piacere di una scoperta insospettata per chi non è della zona.ù

La chiesa di Santa Maria della Strada, sorta lungo una diramazione del tratturo Pescasseroli-Candela, fu consacrata nel 1148 e la sua origine greca non pare controversa, essendo rivelata tanto dal nome (che corrisponde a Hodighitria, titolo con cui in tutto l’oriente, si venerava un immagine della Madonna), quanto da altri particolari come la raffigurazione, nella mensola di una colonna a sinistra dell’altare, di un sacerdote che indossa l’omoforion, ossia la Casula del rito orientale.

Allo stesso periodo sembra ascrivibile, ad opera dei maestri abruzzesi Ruggero, Roberto e Nicodemo, la realizzazione del’ ricco apparato scultoreo la cui iconografia, secondo alcuni, sarebbe legata alla posizione dell’edificio che avrebbe avuto una funzione di ristoro per i pellegrini che si recavano ai santuari pugliesi dall’odierno Molise.

Le sculture sono distribuite sia all’interno che all’esterno della chiesa.

L’ambiente -interno è diviso in tre navate terminanti in altrettante piccole absidi, senza interruzione di transetto; la navata centrale è separata da quelle laterali grazie a dodici colonne con capitelli cubici ornati da elementi vegetali.

Passando alla facciata, al vertice si evidenzia un’aquila che trattiene tra gli artigli una corona da cui pendono tre teste umane, possibile rappresentazione del Cristo che eleva al cielo le anime dei giusti.

Scendendo con lo sguardo, ci si sofferma sul rosone, che consta di un foro centrale e dodici laterali e dove sarebbe ugualmente rinvenibile la metafora del Cristo e, questa volta, dei dodici apostoli ma, stanti le affinità con una ruota di carro, si tratterebbe, con maggiore probabilità, di una richiamo alla “ruota della fortuna”, simbolo pagano entrato a far parte, durante il Medioevo, della iconografia cristiana col significato del cammino verso la perfezione.

Ai lati del rosone sono collocate due figure di buoi, in stile eminentemente geometrico (come emerge soprattutto dagli zoccoli) che evocherebbero fortezza e pazienza, a testimonianza del rifiorire delle attività, dall’agricoltura alla copiatura di manoscritti, di cui i furono artefici.

Esaminando poi lo pseudoprotiro, nel timpano triangolare si distingue una figura a cavallo incorniciata da un nastro vegetale; questo particolare, insieme al modo di cavalcare, ha fatto pensare che potesse trattarsi di una donna, attribuendo cosi l’immagine alla Madonna o ad una castellana del luogo.

Tale interpretazione non sembra però possa essere condivisa, sia per la mancanza di una documentazione attendibile, sia perché gli elementi rappresentati, nella cultura medievale, non sono riferibili solo a figure femminili.

Le lunette a sinistra e a destra del portale principale sono ispirate alla Chanson de geste de Fioravante e alla Historia Karoli Magni et Rolandi.

Anche il portale destro contiene un interessante repertorio scultoreo: nella lunetta è raffigurato Alessandro Magno che sale al cielo trainato da due grifoni, immagine che, secondo una leggenda, egli stesso concepì in sogno.

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