La fortezza di Târgu Mureș

Arriviamo a Târgu Mureș, come tappa intermedia nel lungo viaggio fra Sighișoara e Gura Humorului, in una mattinata che non prometteva nulla di buono come tempo; fortunatamente, però, la pioggia ci ha risparmiato nella sosta, ma ha colpito duro nel viaggio più tardi.

La Cittadella Medievale di Târgu Mureș ci accoglie e, appena oltre le sue mura, ci mostra l’edificio più antico della città: la Chiesa Riformata.

La cittadella si trova nel centro del comune di Târgu Mureș.

Il complesso fortificato risale al XV secolo con una superficie di 4,3 ettari a forma di recinto fortificato con 7 bastioni uniti da mura.

All’interno della fortificazione si trova la Chiesa Riformata della Cittadella e il Museo di Storia e Archeologia.

Sia la cittadella con i suoi edifici interni sia il complesso urbano che la circonda sono nell’elenco dei monumenti storici.

L’attuale fortezza fu costruita sul sito di un’altra fortificazione costruita nel XV secolo (1492) e che apparteneva al voivoda della Transilvania, Báthori István.

Questa prima fortezza fu distrutta nel 1601, durante il regno di Michele il Prode, in seguito all’invasione guidata da Giorgio Basta.

Il poeta rinascimentale ungherese, Bálint Balassi, nella battaglia di Sânpaul ⁠ il 9 luglio 1575, cadde prigioniero del principe Stefan Báthory e fu tenuto nella fortezza di Târgu Mureș.

Successivamente Báthory lo portò con sé nel Regno di Polonia e Lituania, da dove fu rilasciato nel 1577.

Parte degli Szekler indignati per la decisione della Dieta di Transilvania che si rifiutava di ripristinare i loro diritti di libertà, in seguito al sanguinoso massacro, furono torturati nel 1596 nella fortezza di Târgu Mureș.

Tra il 1602 e il 1652 fu edificata l’attuale fortezza pentagonale, dotata di 5 dei 7 bastioni costruiti dalle corporazioni operaie che utilizzavano pietra di fiume e mattoni come materiali da costruzione.

Nel 2011 è stato avviato un ampio progetto di riqualificazione finanziato dall’Unione Europea, che mirava a valorizzare la fortezza attraverso: il restauro delle componenti artistiche (dipinti, stucchi, affreschi, elementi decorativi esterni, falegnameria) e il rimodellamento delle facciate – pareti esterne ed interne , la sistemazione delle vie di accesso pedonali, paesaggistiche e del parco archeologico per evidenziare l’obiettivo riabilitato.

Il valore totale del progetto era di quasi 60 milioni di lei.

Contemporaneamente, nel 2018, è iniziato il restauro interno ed esterno della Chiesa riformata di Cetate con i fondi stanziati dal governo ungherese e dai parrocchiani riformati.

Durante i lavori di restauro è stato scoperto un affresco del XV secolo raffigurante Ladislao I d’Ungheria (Ladislao il Santo), re del Regno d’Ungheria dal 1077 al 1095.

San Ladislao fu canonizzato nel 1192 ed era un simbolo della cultura ungherese medievale, essendo il re raffigurato sul sigillo reale di Carlo Roberto, Ludovico il Grande e sulle monete ungheresi medievali fino alla metà del XV secolo.

Il recinto della città vecchia copre un’area di 3,5 ettari.

Si sono conservate fino ad oggi le cinque torri poligonali agli angoli e il Bastione della Porta, insieme a due delle torri quadrate appartenenti al primo recinto, il Bastione Piccolo Báthory e in parte il Bastione del Fabbro.

Nonostante il nome, i bastioni (i bastioni pentagonali dei Pellicciai, dei Dogari, dei Macellai, dei Sarti, nonché il bastione esagonale dei Calzolai) sono in realtà tutte torri d’artiglieria.

I bastioni sono costituiti da 3 o 4 livelli che comunicano all’interno tramite scale in legno.

Lo stile architettonico in cui furono costruiti la Chiesa Riformata e l’Edificio Manutanții appartiene al tardo Rinascimento.

Sebbene la loro pianta si avvicini a quella dei bastioni italiani, le loro dimensioni e la disposizione interna sono tipiche delle torri di artiglieria.

Considerato che non erano mai state interrate, essendo i piani di difesa sovrapposti separati da solai lignei, che per la disposizione delle feritoie queste torri non potevano fiancheggiare efficacemente le zone antistanti le cortine, né quelle antistanti le torri vicine, le citate fortificazioni non rispondevano ai criteri dei bastioni di artiglieria all’italiana.

Le bocche per i cannoni erano sistemate di regola ai livelli inferiori.

Al livello superiore della cappella dell’ex monastero, rispettivamente sulle facciate di più torri si notano poi caditoie per armi da fuoco di piccolo calibro, caratterizzate da aperture a forma di serratura rovesciata o nicchie rettangolari verticali.

Il Gate Bastion e il Small Bastion sono dotati ciascuno di una fila di ugelli di carburante al livello superiore,

Nel complesso fortificato presentato, iscrizioni commemorative e dettagli architettonici sono stati conservati in un numero relativamente piccolo.

Sul pavimento del Bastione della Porta è presente un quadro rinascimentale con inciso l’anno di costruzione: 1613.

Due iscrizioni commemorative sono poste sulla facciata sud del Bastione dei Sarti.

Quello di destra trasmette l’orgoglio dei corporativi che hanno contribuito alla costruzione della torre, rispettivamente la data di costruzione.

Il testo originale scritto in latino, ma oggi purtroppo in parte cancellato, potrebbe essere tradotto così: I nostri antenati morirono senza aver costruito nulla, noi, loro figli invece, alzammo mura in luogo deserto, io costruii una torre iniziata durante il periodo di Szabó Péter Contea, nel 1638, e completata durante il periodo di Tordai Pál Literatul, nell’ottobre 1640.

Il testo frammentario dell’iscrizione a sinistra è una citazione dalla Vulgata.

Le due mensole a profilo gotico realizzate nella facciata del Bastione dei Calzolai provengono certamente dalle rovine del monastero di Sîncraiu de Mureș.

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