La Trincea del monte Kolovrat

Museo all’aperto del Kolovrat
“La terza linea di difesa italiana”

All’inizio della Grande Guerra le diverse cime che formano l’Altopiano del Kolovrat vennero occupate dall’esercito italiano ritenendole un punto strategico del fronte: da qui infatti era possibile controllare le posizioni, gli spostamenti e le retrovie dell’esercito nemico che si trovava sulle montagne dall’altra parte dell’Isonzo.

Per rendere questa conquista sicura e allo stesso tempo efficace anche per un eventuale attacco, l’esercito fu impegnato nei mesi successivi nell’allestimento delle tre linee difensive del fronte.

La prima cosa che mi colpisce è che io non sarei arrivato a sera il primo giorno, dato che la trincea, per me, è bassa e mi spunta tutta la testa.

Le due linee più avanzate oggi si trovano in territorio sloveno e non sono facilmente visibili: la prima si snodava sulle posizioni conquistate dopo le prime operazioni del 1915 ed era caratterizzata da un sistema trincerato piuttosto debole (in seguito rafforzato ma pur sempre attaccabile).

La seconda, definita anche come linea di difesa ad oltranza, era stata fortificata in diversi punti anche con capisaldi d’artiglieria.

Sul Monte Klabuk invece si possono ancora oggi vedere i resti della terza linea di difesa, quella più arretrata e fortificata.

Il terreno è ancora segnato dai resti di trincee e di piazzole per mitragliatrici, obici e cannoni che furono puntati verso la prima linea austro-ungarica e sulla via di rifornimento che collegava Tolmino con la valle del Bača.

Non mancano nemmeno i diversi punti di osservazione, oggi perfettamente recuperati grazie al prezioso lavoro della Fondazione “Poti miru v Posočju” di Caporetto che ha ricostruito i resti della Grande Guerra utilizzando lo stesso materiale dell’epoca.

Su questa montagna furono presenti anche i punti di comando, i sistemi di tunnel a più piani scavati nella roccia e una fitta rete di trincee di collegamento su entrambi i lati del confine.

Molto interessante è la scala a chiocciola che collega una postazione blindata con un tunnel sottostante.

Per capire cosa sia successo, come venne combattuta la guerra e quali furono le posizioni dell’esercito italiano in questa porzione di territorio è possibile visitare la tricea (o Museo all’aperto) del Kolovrat; la cosiddetta “terza linea di difesa italiana”, sull’omonimo altopiano al confine tra Italia e Slovenia.

È raggiungibile percorrendo la SP45 che parte da Ponte San Quirino, località tra Cividale e San Pietro al Natisone, ed arriva a Drenchia, comune formato da diverse frazioni e borghi posizionati sulle pendici dello stesso altopiano.

Il punto di partenza per questa escursione è fissato sul Passo Solarie, poco prima dell’ex valico/confine tra Italia e Slovenia.

Nei pressi del rifugio è possibile parcheggiare l’automobile e vedere immediatamente il monumento dedicato al primo caduto italiano nella Grande Guerra, l’alpino Riccardo Giusto.

Dopo 50 metri diparte sulla sinistra una strada asfaltata in leggera salita, segnata come sentiero CAI 746, che porta ad un piccolo spiazzo dove è stato posto un pannello informativo dedicato alla presentazione del museo.

A questo punto si abbandona la strada asfaltata e si prosegue lungo un sentiero sulla destra. Giunti nei pressi di una biforcazione, si prosegue diritto e si arriva dopo 10 minuti sul Passo Zagradan, a Quota 1042.

Sulla sinistra si vede perfettamente il fianco del Monte Piatto mentre a destra si trova il Monte Klabuk, la cima dove la Fondazione “Poti miru v Posočju” di Caporetto (Sentieri di pace dell’Alto Isonzo) ha recuperato parte delle postazioni di difesa italiane.

Seguendo le tracce sul terreno è possibile raggiungerlo ed ammirare da vicino questi interessanti resti perfettamente conservati e ristrutturati.

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