Piazza della libertà (Piața Libertății) Timișoara

È considerato il punto zero di Timisoara ed è una delle più antiche piazze della città, ed è collegata a Piazza della Vittoria / Piața Victoriei dalla strada pedonale Alba Iulia.

L’amministrazione asburgica aveva sede nel settecentesco Palazzo Militare, l’edificio compare nelle piante di Timisoara dal 1727, ed è considerato il più antico edificio che ha mantenuto la sua volumetria originale.

Gli Asburgo, dopo la conquista di Timisoara nel 1716, demolirono tutti gli edifici tranne il Castello di Huniade, ma il Palazzo Militare fu ricostruito diversamente nel 1856 dopo la distruzione subita durante l’assedio del 1849.

L’edificio, era in origine in stile barocco, di forma quadrata, la facciata sulla piazza aveva un piano e una mansarda.

Al centro della facciata c’erano tre archi, attraverso i quali si accedeva all’edificio, successivamente, sopra i tre archi è stata disposta una terrazza.

Attualmente si è conservato solo l’arco centrale, mentre gli altri sono stati chiusi.

Le ali laterali avevano solo il pianterreno.

Nel XVIII secolo l’edificio era la residenza dei governatori militari generali di Timisoara.

Anche il conte Mercy è vissuto qui.

Tra il 1849 e il 1860 fu la sede amministrativa della nuova provincia serba della Vojvodina Banatul Timisean.

Anche l’imperatore Francesco Giuseppe fu ospitato qui durante la sua visita a Timisoara, il 14-16 giugno 1852.

Nel 1923, il Re Ferdinando e la Regina Maria piantarono le due querce che si trovano ancora di fronte all’edificio.

Prima del 1848 la Piazza si chiamava Piazza della Parata / Piața Paradei e prima ancora ospitava un bazar turco.

Per un periodo fu chiamata Piazza Principe Eugenio.

Al centro della piazza c’è la statua del 1756 della Vergine Maria con San Giovanni Nepomuceno (il santo patrono dei cattolici di Banat).

Sul lato nord si trova un edificio del 1730 a due piani, dove una volta c’era il Comune / Primaria Veche e che adesso ospita la Facoltà di Musica.

Costruito sul sito dei seicenteschi bagni turchi, dimostra come l’arrivo dell’occupazione austriaca abbia eliminato qualsiasi traccia del passato da pascialato.

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