Monastero di Putna Sucevița (Mănăstirea Suceviţa)

Il monastero è il più vasto e il più bello tra i monasteri con chiese affrescate, della Bucovina.

In ordine cronologico è l’ultimo monastero affrescato esteriormente.

La Chiesa all’interno del complesso monastico fortificato, costruito tra il 1582 e il 1601, è quasi interamente ricoperta di affreschi. Il monastero fu costruito al posto di una precedente chiesa più modesta risalente al 1581.

Durante il regno di Petru lo Zoppo/Petru Schiopul (1582-1591), i fratelli Movila, erano i consiglieri del principe e godevano di una situazione economica prospera, motivo per il quale iniziarono la costruzione di un monastero più grande.

È un armonico abbinamento di elementi di arte bizantina e gotica, al quale si aggiungono elementi di architettura delle vecchie chiese in legno della Moldavia.

Le fortificazioni a pianta rettangolare di questo monastero tardo cinquecentesco sono davvero impressionanti, hanno un’altezza di 6 m e spessore di 3m.

Salito sul trono della Moldavia, nel 1595, Ieremia Movila aggiunse alla chiesa due loggiati all’ingresso, sui lati nord e sud, le mura e le torri, conferendo così al monastero un aspetto di fortezza medievale. Inoltre costruì una casa principesca, le cui ruderi si scorgono tuttora sul lato nord e le abitazioni per i frati.

La pittura venne realizzata all’inizio del regno di Ieremia Movila.

Il muro occidentale della chiesa non presenta affreschi e secondo la leggenda, i pittori dell’epoca, morto capomastro, non ritennero opportuno seguire le sue orme.

Una volta attraversato il poderoso portale si nota, per prima cosa, la famosa “Scala delle virtù”, sul muro esterno settentrionale.

Rara per la sua dimensione e la sua collocazione è davvero un capolavoro.

La scala con 32 pioli, parte da terra per raggiungere il Paradiso.

I monaci cercano di salirvi per raggiungere Cristo che si affaccia dalla finestra del Paradiso, con le braccia aperte.

In basso, i monaci più deboli provano a resistere alla tentazione del demonio.

Alcuni comunque cadono tra le fauci di Cerbero.

Sotto ogni piolo è scritta con caratteri cirillici, la virtù.

Gli ultimi tre sono i più difficili e lo spazio con la probabilità di cadere, sono maggiori.

Gli angeli tengono le corone della felicità sopra le teste ma solo l’ultimo ha la corona poggiata sulla testa, nell’attimo prima di entrare nel Paradiso.

Altre simili rappresentazioni, ma non così grande e bella, si trova a Hurezi in Valacchia e Rasca in Moldavia.

Sopra la Scala delle virtù ci sono delle scene della Genesi che rappresentano la Creazione di Adamo e Eva, il peccato originale, la cacciata dal Paradiso e la loro vita terrestre.

Sul muro esterno meridionale c’è il magnifico albero di Jesse che simboleggia la continuità tra il Vecchio e il Nuovo Testamento.

L’albero cresce dalla figura reclinata di Jesse, che ha di fianco antichi filosofi.

A sinistra, in 24 scene, c’è “l’Inno alla Vergine”, rappresentata come una principessa bizantina, con angeli che sorreggono un velo rosso sopra la sua testa.

Il colore principale dei dipinti di Sucevita è il verde profondo del mare, che proviene dalla malachite utilizzata nella pittura, ma i muri risplendono di molti colori, tra cui l’oro.

All’interno della chiesa, nell’esonartece, è illustrato il calendario ortodosso. Le tombe dei fondatori, i nobili moldavi Simion e Ieremia Movila, si trovano nella cappella funeraria.

Ci sono due quadri votivi. Il più ufficiale raffigura il principe della Moldavia, Ieremia, assieme all’intera famiglia, con i suoi sette figli, sulla parete occidentale del nartece, mentre presentano al redentore, la copia in miniatura del monastero.

Il secondo quadro votivo raffigura Gheorghe Movila, il fratello del principe, in veste di metropolitana di Moldavia, in atteggiamento di preghiera.

Seguendo la tradizione iconografica del XVI secolo, l’affresco del pronao illustra il Monologo, il Calendario ecclesiastico, in forma compiuta, dal 1 settembre al 31 agosto.

L’iconografia dell’esonartece raffigura in ampie proporzioni il giudizio universale.

È l’unico monastero affrescato che non fu costruito da Stefan cel Mare o dalla sua famiglia.

Nelle fortificazioni c’è un piccolo museo, che custodisce una tra le più ricche preziose collezioni di arte medievale della Moldavia, le coperture tombali dei principi Ieremia (1606) e Simion (1609), ritenute ricami capolavori e nello stesso tempo, tra i più preziosi ritratti laici dell’epoca. Dalla collezione fanno parte anche un “epitaffio” (significa “piangere sopra” e sono dei quadri liturgici conservati di solito in altare e che vengono esposti nella settimana pascale) contenente 10.000 perline (1597), un cassetto d’argento contenente una ciocca dei capelli della Principessa Elisabetta, consorte di Ieremia Movila, oggetti di culto, manoscritti, vecchie stampe, mobili.

Sucevita fu l’unico monastero che riuscì a mantenere le sue fortificazioni durante l’occupazione asburgica della Bucovina.

Sucevita fu l’ultima delle 22 chiese dipinte in Moldavia e Bucovina. La tradizione si fermò velocemente così come era cominciata.

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