Aquileja: Museo Nazionale Paleocristiano

Il Museo paleocristiano di Monastero è il museo archeologico di Aquileia, che custodisce reperti e testimonianze cristiane risalenti al periodo tra il IV secolo e il periodo patriarcale.

Sede del museo è, dal 1961, l’ex-monastero di Santa Maria fuori le mura delle monache benedettine, fondato nel VII secolo nel periodo del patriarca Giovanni I, in località Monastero, ad Aquileia e dopo la distruzione da parte degli Ungari rifondata dal parte del patriarca Poppone nel IX secolo.

Il decreto aulico del 30 ottobre 1782 sancì, all’interno delle riforme promosse dall’imperatore Giuseppe II d’Austria, l’abolizione del monastero ed il trasferimento delle religiose a Cividale.

Il patrimonio, incamerato dal Fondo di Religione, venne venduto nel 1784 al conte Raimondo della Torre-Hofer e Valsassina.

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A partire dal 1787, e tanto più dal 1852, l’anno in cui il complesso venne comprato da Eugenio de Ritter Záhony, cominciò una serie di lavori di trasformazione delle strutture monastiche, secondo le esigenze del momento, che condussero alla cancellazione o ad una profonda modifica degli ambienti: in particolare, l’edificio usato come chiesa venne adibito a folador, ossia ad ambiente per la vinificazione.

Proprio qui avvennero nel 1895 le prime scoperte, che portarono nel 1961 all’ultima modifica, quella a contenitore museale.

Il sito ha in realtà una storia molto antica: gli scavi archeologici condotti dopo il 1961 hanno infatti permesso di scoprire che il monastero sorgeva sui resti di una grande basilica, coperta di pavimenti musivi, la cui prima edificazione risale al 345 circa e che è ora possibile visitare.

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