Trieste

Scoprire una città maestosa, piena di sorprese e farsi guidare dagli odori e dai sapori nelle viuzze di una città apparentemente apatica, ma che in realtà è vitale e sempre pronta a scattare come un leone sonnacchioso.
Piena di sorprese, ogni angolo, ogni piazza racconta un episodio storico, risalente al periodo austroungarico o nazifascista o dell’occupazione nazifascista.

Cibo ottimo (peccato per due locali consigliatici da amici che erano chiusi per ferie), gente simpatica, loquace, aperta, cordiale e, soprattutto, abituata alla multietnicità, pur mantenendo una fierezza di italianità pagata a carissimo prezzo con sangue innocente

Info generali

Collocata fra la penisola italiana e l’Istria, distante qualche chilometro dal confine con la Slovenia nella regione storica della Venezia Giulia, rappresenta da secoli un ponte tra l’Europa occidentale e quella centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei, mitteleuropei e slavi; è il quindicesimo comune italiano per popolazione (al 30 giugno 2016), nonché il più popoloso e densamente popolato della regione.
Sin dal II millennio a.C. il territorio della provincia di Trieste fu sede di importanti insediamenti protostorici appartenenti alla cultura dei castellieri, costituiti da villaggi arroccati sulle alture che erano protetti da fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano a popolazioni di probabile origine illirica.

Con la conquista militare dell’Illiria da parte degli antichi Romani, ebbe inizio un processo di romanizzazione e assimilazione delle popolazioni preesistenti. Tergeste, nome latino della Trieste romana, fu colonizzata nella metà del I secolo a.C., verso la fine dell’epoca repubblicana.
Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, Trieste passò sotto il controllo della dirigenza bizantina fino al 788, quando venne occupata dai Franchi.
Nel 1382 si pose sotto la protezione del duca d’Austria godendo di una certa autonomia, situazione che fu modificata drasticamente nel 1468 costretta a sottoscrivere un “atto di abdicazione” con cui la città veniva acquisita sotto il dominio austriaco.
Fu poi occupata per tre volte dalle truppe di Napoleone nel 1797, nel 1805 e nel 1809.

Ritornata agli Asburgo nel 1813, divenne, negli ultimi decenni dell’Ottocento, la quarta realtà urbana dell’Impero austro-ungarico dopo Vienna, Budapest e Praga.
Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della Cisleithania e primo porto dell’Austria-Ungheria, diventò una città cosmopolita, plurilingue e plurireligiosa.
Fu infine uno dei maggiori centri dell’irredentismo italiano, movimento politico che tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo aspirava all’annessione della città giuliana all’Italia, cambio di sovranità che avvenne nel 1920 dopo la prima guerra mondiale grazie al Trattato di Rapallo.

In seguito alla soppressione della provincia di Trieste, il comune della città giuliana (insieme a quelli di Gorizia, Pordenone e Udine) continua a mantenere le prerogative connesse alla qualifica di capoluogo di provincia sebbene sia sede dell’Unione territoriale intercomunale Giuliana, di cui fa parte con i comuni di Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle e Sgonico per un totale di circa 240 000 abitanti, con la sua area metropolitana che raggiunge i 410 000 abitanti.
Il porto di Trieste è il più grande d’Italia per quantità di merci scambiate, nonché uno degli snodi marittimi più significativi del sud Europa: nel 2017 ha raggiunto le 61 955 tonnellate grazie soprattutto al traffico marittimo di idrocarburi, che ne costituiscono la parte preponderante.
Storicamente fu il principale sbocco marittimo dell’Impero austriaco, che nel 1719 gli riconobbe lo status di porto franco.

Ancora oggi il porto rimane uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare di merci dirette principalmente verso l’est Europa e l’Asia.
Nel 2004 in occasione del 50° anniversario del ritorno della città di Trieste all’Italia, è stato  inaugurato, in prossimità del Molo Audace, e difronte Piazza dell’Unità d’Italia, sulla Scala Reale della Riva Caduti per l’italianità di Trieste, Il monumento dei Bersaglieri e delle Ragazze di Trieste.
L’opera dello scultore di Todi Fiorenzo Bacci ricorda lo sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918 e la passione italiana con cui le ragazze (mule) triestine avevano nel cucire la bandiera tricolore da esporre all’arrivo dell’Italia a Trieste.

Ma le sorprese, non sono finite

Camminare per Trieste e imbattersi in Italo Svevo? Ovviamente, non è l’originale dato che son 90 anni che è scomparso. E’ una statua bronzea di Italo Svevo, opera dello scultore triestino Nino Spagnoli, realizzata in grandezza naturale e collocata in Piazza Hortis nel 2004.
Rappresenta lo scrittore con cappello e libro in mano che si reca alla Biblioteca Civica del Comune di Trieste, dove lo scrittore amava trascorrere ore a leggere e studiare.

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