Tolosa

Lasciamo Andernos-les-Bains e puntiamo dritti verso il Mediterraneo, necessitando di acque decismente più calde di quelle atlantiche; quindi puntiamo su Tolosa nel nostro avvicinamento al mare del sud

La primissima cosa che ci colpisce, e che scopriremo quasi immediatamente essere peculiarità della città, è che qui vige il bilinguismo: si parlano infatti, senza preferenza alcuna, sia l’Occitano che il francese.
L’occitano o lingua d’Oc, chiamata anche lingua provenzale alpina in ambito italiano poiché lingua autoctona presso le Alpi Cozie e Marittime, è una lingua galloromanza parlata in un’area specifica del sud-Europa chiamata Occitania, non delimitata da confini politici e grossolanamente identificata con la Francia meridionale o Midi.
Tutte le cartellonistiche stradali, infatti, sono scritte in entrambe le lingue, che, qui, sono parimenti ufficiali

Attraversata dalla Garonna, è situata nella regione sudoccidentale del Paese, a circa 100 km di distanza dai Pirenei spagnoli e più o meno a metà strada tra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo.
Si tratta della quarta città più popolosa del Paese dopo Parigi, Marsiglia e Lione.

Secondo il censimento del 2014, la città di Tolosa conta 466.297 abitanti (contro i 390.350 nel 1999), che arrivano a 1.312.304 (contro i 964.797 nel 1999) nella sua area metropolitana anche la quarta più popolosa del paese (INSEE).

Centro culturale dell’Occitania, ha ricevuto l’appellativo di Città Rosa per il colore dominante degli antichi edifici e possiede due siti iscritti al Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, la basilica romanica di Saint-Sernin (più grande edificio romanico d’Europa) e il Canal du Midi.

Prima di salutare questa splendida città, alla fine della giornata ci concediamo un momento di relax al Parco de La Daurade.
La Daurade è un vecchio porto fluviale trasformato in una tranquilla area verde: alberi per potersi ristorare all’ombra, prati per sdraiarsi o fare un pic-nic, parco-giochi per bambini, una bar all’aperto per bersi un caffè e gli argini per ammirare la Garonna (si possono percorrere, a piedi o in bicicletta, per 32 chilometri).

Il luogo è ricco di storia: il chiosco, per esempio, è insediato nel vecchio obitorio degli annegati, dove i corpi ripescati venivano esposti alla vista dei passanti per essere identificati.
Un tempo, un ponte coperto attraversava la Garonna per collegare La Daurade all’ospedale Saint-Jacques du Bout-du-Pont, situato proprio di fronte: appartenevano entrambe ai Benedettini.
Il ponte è stato sostituito, all’inizio del XVII secolo, dal Pont Neuf ed è quello attualmente visibile.

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