4 passi per la Trieste romana

Antiche colonne di San Giusto (o Foro romano)

Sul colle di San Giusto si trova il cosiddetto foro romano e precisamente accanto al Castello e davanti alla Cattedrale.
Oggi il cosiddetto foro è circondato da monumenti antichi, risalenti all’epoca del Medioevo.
Intorno a questi gruppi di monumenti troviamo diverse abitazioni, perché questa zona è molto popolata. Inoltre, intorno al foro si possono trovare diversi tipi di alberi come i pini e i cipressi.
Nell’osservazione dall’alto, il Foro Romano, è caratterizzato da una forma rettangolare.
I suoi lati maggiori sono costituiti da una fila di alberi.
La parte centrale è occupata da colonne: di esse la maggior parte è crollata, mentre sono poche quelle ancora in piedi.
Nell’antichità le colonne erano fatte di pietra, mentre oggi è stato ristrutturato e ricoperto di mattoni.
Dell’area monumentale ci sono rimasti i resti di un edificio, diviso in tre navate da colonne con capitelli ionici.
L’edificio si data alla metà del I sec. d. C., ma durò a lungo e venne anche ristrutturato.
Davanti a questo edificio c’era un’area lastricata.
Gli studiosi hanno associato per lo più l’edificio alla basilica civile e l’area lastricata alla piazza del foro, usata come mercato.
Nuove ipotesi sostengono invece, che il foro si trovava vicino al mare, sarebbe stato infatti molto faticoso trascinare le merci fino in cima alla collina.

Arco di Riccardo

Monumento romano della metà del I sec. d.C.
È una costruzione semplice e solida (m 7,20 di altezza x m 5,30 di larghezza e m 2 di profondità), ornata moderatamente da lesene sui pilastri e da un motivo vegetale nel sottarco.
Veniva comunemente considerato una delle porte che si aprivano nelle mura della città, fatte costruire da Augusto nel 33 a.C. ; secondo recenti ricerche però è più probabile che si tratti dell’ingresso al contiguo santuario della Magna Mater.
È interessante il motivo per cui porta il nome di Riccardo.
Secondo taluni fu adottato all’epoca della dominazione franca (che si estese a Trieste tra il 787 e il 788), dalla deformazione medievale di Re Carlo Magno.
Secondo altri deriva dalla deformazione dialettale della parola latina “cardo”, il nome di una delle due vie principali delle città romane.

La Basilica di San Silvestro

Sulla facciata di questa bella basilica romanica spicca un sobrio ed elegante rosone; davanti a quella che un tempo fu la porta principale, troviamo il portico, anch’esso romanico, sormontato dal campanile. Probabilmente quest’ultimo è stato una antica torre di difesa lungo le mura della città ornato poi, in occasione dell’ultima ricostruzione, da eleganti bifore.


Nel corso dei secoli molte vicende si alternarono in questa basilica che una lapide ricorda essere stata “primum templum et Cathedrale” di Trieste.
Un’altra lapide in latino sopra la porta principale ricorda la vicenda del 1785 quando, sotto l’imperatore Giuseppe II, la chiesa di San Silvestro fu posta a pubblico incanto al prezzo di 1500 fiorini.
In questa occasione alcuni membri della Comunità Evangelica di confessione elvetica, per lo più immigrati svizzeri, la acquistarono e la restaurarono in modo sobrio riaprendola al culto riformato.
Nel 1927, a causa dei danni di un violento terremoto, fu restaurata ripristinando il primitivo stile del trecento. Nel 1928 la basilica venne dichiarata monumento nazionale.
Dalla fine del 1800 alla comunità Elvetica già presente si è affiancata una comunità Valdese, anch’essa riformata, dando vita ad una integrazione totale della vita comunitaria pur nella distinzione amministrativa.
L’organo della Basilica di San Silvestro – di gran pregio – è stato di recente completamente restaurato ed accompagna non solo i culti delle comunità ma è spesso uno degli strumenti protagonisti nelle diverse serate di musica organizzate all’interno della Basilica.

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