Cracovia

Cracovia è una città polacca nella Polonia meridionale, seconda dello stato per la popolazione e la superficie e una delle più antiche.

È capoluogo del relativo voivodato della Piccola Polonia dal 1999; in precedenza è stata capoluogo del voivodato di Cracovia dal 1308.

Inoltre è un grande centro commerciale e industriale (stoffe, pelli, macchine agricole, cartiere, editoria) e un importante nodo ferroviario.

Cracovia è stata a lungo la capitale del paese e tutt’oggi rimane il suo principale centro culturale, artistico e universitario – è sede tra le altre della Università Jagellonica, la più antica del paese e una delle più antiche d’Europa.

Con più di otto milioni di visitatori ogni anno, è la principale meta turistica internazionale della Polonia.

È famosa per il suo piccolo e curato centro storico, iscritto nella Lista UNESCO come Patrimonio dell’umanità, per la sua immensa piazza centrale e per la fascia di giardini del Planty, ampia da 50 a 100 metri che circonda completamente il centro.

Inoltre è il primo sito UNESCO ad essere considerato tale in Europa ed è anche il primo centro abitato ritenuto patrimonio dell’umanità al mondo (1978).

Nel Castello del Wawel è stato a lungo custodito il famoso dipinto di Leonardo da Vinci, Dama con l’ermellino, prima esposto all’interno del Museo Czartoryski, ubicato nella Città Vecchia.

Dall’estate del 2017 il quadro è visibile al Museo nazionale di Cracovia.

È sede arcivescovile dal X secolo e ne fu vescovo dal 1964 al 1978 Karol Wojtyła, futuro papa Giovanni Paolo II.

Capitale europea della cultura nel 2000, nel 2013 ha ricevuto dall’UNESCO anche il riconoscimento di città della letteratura, prima città dell’Europa continentale a ricevere questo titolo e nel 2014 la città è stata scelta come Città europea dello sport.

Cracovia è stata città organizzatrice del campionato mondiale di pallavolo nel 2014 e del campionato europeo di pallamano nel 2016.

Inoltre, nel 2016, ha ospitato la 31ª Giornata mondiale della gioventù.

La preistoria di Cracovia inizia con l’evidenza di un insediamento dell’Età del Ferro nei pressi dell’attuale sito della collina di Wawel.

Una leggenda vuole che Cracovia fosse stata fondata dal mitologico sovrano Krakus, che l’avrebbe costruita sopra una caverna occupata da un drago, Smok Wawelski.

Cracovia era la capitale della tribù dei Vistolani, probabilmente legata alla politica della Grande Moravia.

La prima citazione di Cracovia nei documenti storici risale all’VIII secolo, nel quale si annotava che il principe dei Vistoliani era battezzato.

Dopo la distruzione della Grande Moravia da parte degli Ungheresi, Cracovia divenne parte del regno di Boemia: non a caso il primo riferimento scritto del nome della città è databile al 966, il quale ci riferisce di Cracovia come un notevole centro commerciale in mano ad un duca boemo.

Alla fine del X secolo, la città era un punto di riferimento per i commerci, incorporata tra i possedimenti della dinastia Piast.

Diversi edifici in muratura furono costruiti in quel periodo, tra i quali il noto Castello di Wawel, chiese romaniche come la chiesa di Sant’Adalberto, una cattedrale ed una basilica.

La città fu quasi completamente distrutta durante le invasioni tartare della Polonia del 1241, 1259 e 1287.

Al termine del XVIII secolo, lo Stato polacco, ormai indebolito, venne assorbito dalle nazioni vicine preponderanti dal punto di vista politico-militare nell’Europa centro-orientale: la Russia, l’Austria e la Prussia.

Cracovia divenne parte della provincia austriaca della Galizia.

Tadeusz Kościuszko organizzò una rivolta, nella zona del mercato di Cracovia nel 1794.

L’esercito russo-prussiano soffocò la rivolta saccheggiando il tesoro reale polacco conservato nella città.

Quando Napoleone Bonaparte invase quella che una volta era la Polonia, stabilì un Ducato di Varsavia (1807) come stato indipendente, ma subordinato all’impero francese.

Il Congresso di Vienna (1815) ristabilì la spartizione della Polonia, conferendo però l’indipendenza a Cracovia, come capitale della Repubblica di Cracovia.

La città cominciò a concentrarsi sull’indipendenza nazionale, sfociata nella rivolta di Cracovia del 1846.

I moti non raggiunsero il loro obiettivo di coinvolgere le altre terre abitate da Polacchi, fu quindi soffocata e Cracovia perse la sua autonomia con la sua annessione all’Austria.

Dopo la Guerra Austro-Prussiana del 1866, l’Austria concesse l’autonomia alla Galizia, stabilendo che il polacco fosse impiegato come lingua di governo e installando una dieta provinciale.

Espressosi in queste forme, il dominio austriaco fu molto più morbido di quello esercitato dalla Russia e dalla Prussia; Cracovia divenne il faro della nazione polacca e un centro di arte e cultura.

Tra i pittori, poeti e scrittori dell’epoca, è possibile annoverare Jan Matejko, Stanisław Ignacy Witkiewicz, Jan Kasprowicz, Juliusz Kossak, Wojciech Kossak Stanisław Wyspiański e Stanisław Przybyszewski.

Gli ultimi due furono i capofila del modernismo polacco.

Durante la prima guerra mondiale, le truppe di Cracovia, guidate da Józef Piłsudski si batterono per la liberazione della Polonia, in alleanza con le forze austriache e tedesche.

Nonostante la sconfitta degli Imperi Centrali, i termini del Trattato di Versailles (1919) stabilirono il primo Stato sovrano polacco da oltre un secolo.

La Polonia fu però nuovamente spartita nel 1939 tra l’Unione Sovietica e la Germania nazista a seguito del patto Molotov-Ribbentrop e nel settembre dello stesso anno le forze naziste entrarono in Cracovia, casus belli che portò alla seconda guerra mondiale.

Cracovia divenne così capitale del Governatorato Generale, un’autorità coloniale guidata da Hans Frank.

L’occupazione fu pesante, soprattutto per l’identità culturale della città.

Oltre 150 professori e studiosi della Università Jagellonica vennero convocati per un incontro, arrestati e inviati in un campo di concentramento a Sachsenhausen (l’azione venne chiamata Sonderaktion Krakau).

Molte reliquie e vestigia della cultura nazionale furono distrutte o saccheggiate.

L’intera comunità ebraica della città, che prima della guerra contava tra le 60 000 e le 80 000 persone, fu annientata, attraverso espulsioni, il confino coatto nel ghetto di Cracovia e l’invio finale nei campi di concentramento e di sterminio, due tra i più tristemente famosi dei quali furono stabiliti nelle vicinanze di Cracovia: Płaszów e Auschwitz.

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